01/07/2006 13:55
Ambiente
Da novembre l'impianto di 3000 piante sul v.le Chang Zhou
Nasce un bosco lungo la Tangenziale
L'operazione di “forestazione urbana” è il primo passo di un ambizioso progetto “verde”
«Il mio sogno è un progetto di forestazione urbana, creare boschi in quelle parti della città “libere” da fabbricati o non già spazi verdi». Un sogno, espresso dal sindaco Marco Romagnoli, che è qualcosa di più di un desiderio: a partire da novembre, in una fascia di terreni agricoli di proprietà comunale, lungo la Tangenziale, nel viale Chang Zhou, fra via Galcianese e la rotonda di Capezzana con la Declassata, sorgerà, nel giro di 3-4 anni, il tempo necessario agli impianti e alla loro crescita, un vero e proprio bosco. Ventimila metri quadrati circa popolati da frassini, acaci, cipressi, biancospini, pioppi, lecci, salici, tigli, betulle, corbezzoli e noccioli.
Una macchia alberata composta da 180 alberi di alto fusto (altezza maggiore di 18 m), da altre 180 piante di seconda grandezza (fra i 12 e i 18 metri di altezza), da 360 alberi di terza grandezza (altezza inferiore ai 12 metri) e da 360 sempreverdi, il tutto completato da 2160 arbusti per un totale di più di 3000 piante.
Un investimento ambientale nell'ordine di 250 mila euro, presentato stamani, oltre che dal sindaco, dall'assessore all'Ambiente Camilla Curcio e dal funzionario dell'assessorato all'ambiente Sergio Spagnesi, prima parte di un progetto ben più ambizioso: costruire zone boschive a ridosso di Tangenziale e pezzi importanti di Declassata, e lungo i principali fossi che “bagnano” la città, per creare quella connessione ecologica dal Monteferrato alle Cascine di Tavola, prevista dall'attuale Prg di Secchi e compresa, sotto la dicitura “sistema ambientale”, nei propositi di revisione del Piano strutturale. L'obiettivo è spiegato dall'assessore Curcio: «Consumare meno suolo e formare un giusto equilibrio fra parti costruite e ambiente». Vantaggi ecologici anche per influire sul microclima e per realizzare una barriera antinquinamento sia per quanto riguarda l'anidride carbonica (si calcola che la striscia boschiva che sorgerà sul trafficato viale Chang Zhou comporti un abbattimento, nella zona, dal 25 al 30% di anidride carbonica) sia in funzione antirumore.
E' solo l'inizio ma l'intenzione è andare avanti. Il sindaco spiega che ha preso contatti con il Consorzio vivaisti di Pistoia per porre a dimora le aree agricole presenti nella fascia urbana: «Ho trovato molto interesse. Si potrebbe partire da quelle di proprietà comunale». Ma il discorso potrebbe coinvolgere anche i proprietari di terreni agricoli «che hanno un ruolo residuale e che ora - dice sempre Romagnli - sono coltivati solo per godere dei fondi europei. Fondi che spariranno con la loro riforma, allora perchè non pensare di convertirli a boschi, creando un ciclo biologico che può avere anche risvolti economici?». Al momento è un'idea, ma resta il sogno che inizia a diventare realtà. Sì perchè Prato, rispetto ai 4 milioni di metri quadri di verde già disponibili, ne ha altri 8 milioni da eventualmente sfruttare anche per cosiddette operazioni di “forestazione urbana”. E poichè i costi non sono bassi (10/11 euro a metro quadro per l'impianto, 0,5/1 euro per la manutenzione) creare sinergie per fare una città «più verde e più bella» potrebbe essere una soluzione.
Di sicuro, è la conclusione del sindaco, che fa riferimento anche al dibattito in corso sugli alberi in città, questa è una Amministrazione che vuole «aumentare enormemente gli alberi. Vogliamo tanti alberi e sani. Altro che tagliare. Solo quelli in pericolo saranno abbattutti, perchè una cosa deve essere chiara: non vogliamo rischiare, come in via Borgovalsugana, che alberi malati mettano a repentaglio la vita delle persone. Se non è accaduto è per un caso fortunato».
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