13/07/2006 14:33
Circoscrizioni
Estate in villa e dintorni, prosegue la rassegna teatrale
Nord, domani 14 luglio va in scena 'Chiedo asilo nido'
Un atto unico di Andrea Muzzi e Giampiero Pizzol
Domani 14 luglio, alle 21.30, a Villa Fiorelli nel parco di Galceti, andrà in scena 'Chiedo asilo nido' un atto unico di 80 minuti di Andrea Muzzi & Giampiero Pizzol e Andrea Bruno Savelli. Protagonista Andrea Muzzi, regista Andrea Bruno Savelli.
Le musiche sono composte da Nicola Pecci, Alessandro Luchi, Stefano Seghieri, Edoardo Dinelli. Luci e audio di Alessandro Dalidi
Lo spettacolo fa parte della rassegna teatrale estiva, una delle iniziative organizzate dalla circoscrizione Prato Nord nell'ambito di Estate in villa e dintorni 2006.
Commenti
”La gravidanza è un’esperienza molto difficile per il futuro giovane padre; gli tocca sopportare una compagna scombussolata, talvolta nauseata, molte volte scorbutica in ogni caso gonfia ed appesantita. Inoltre, con il solo pretesto che la sua pancia cresce, questa donna finisce per diventare il centro del mondo: tutte le attenzioni sono per lei, tutti la proteggono, la coccolano, le preparano spremute d’arancia che lei del resto rifiuta di prendere perché ha le nausee. Ma, durante tutto questo tempo, chi si preoccupa del marito, della sua salute, del suo stato nervoso? Nessuno, naturalmente!
Si finisce così a riflettere sulla sorte del fuco fatto vigliaccamente a pezzi nel brulicante segreto dell’arnia, appena terminato di ingravidare la regina. Oppure del maschio della mantide religiosa! In ogni caso non è affatto divertente!”
(Pietre Antilogus e Jean Luis Festjens)
Cos’è la paternità? Ve lo spiego da un punto di vista politico. Prima che nascesse mio figlio io e mia moglie si viveva in un regime di democrazia. Lei comandava ed io ero come rifondazione comunista, costantemente all’opposizione.
Da quando è nato mio figlio dalla democrazia siamo passati alla dittatura. Mio figlio come tutti i dittatori italiani ha due caratteristiche: è pelato e basso!!
(Andrea Muzzi)
Andrea Muzzi a colpo d'occhio potrebbe ricordare Benigni, il Benigni di 'Tu mi turbi', o prima ancora, di 'Cioni Mario'. L'estrazione rurale toscana lascia un marchio da povero Cristo inconfondibile, ma per fortuna immediatamente ammiccante. A differenza di Roberto, però, Andrea è cresciuto un po' più lontano da Firenze e non ha dovuto elaborare il feroce sarcasmo necessario a sopravvivere nell'oppressiva supponenza dei ricchi fiorentini.
Il Muzzi, nonostante le due 'zeta' del suo cognome, è molto più dolce e non tende all'invettiva, ma sublima le ingiustizie patite in straniamenti lunari. Un surrealismo da favola che permea tutto il suo spettacolo: dal testo, alla voce, al corpo.
Non è facile farsi strada in un teatro comico zeppo di toscani, ma Andrea ha una sua cifra personale e un modo diverso di raccontare il suo mondo al pubblico. Un pubblico, per ora, non numeroso, ma molto affezionato che, come me, aspetta il momento di poter dire: 'Muzzi? Lo conosco da quando non era nessuno.Era già bravo allora e me lo sentivo che un giorno sarebbe diventato famoso'.
(Sergio Staino)
811/06
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