18/07/2006 12:44
Musica
Mercoledì 19 luglio, ore 21,30, Castello Imperatore
“In fondo al blu” con Giulio Casale
Pratoestate 2006, il festival di musica, teatro e incontri organizzato dall'assessorato alla Cultura, presenta domani, mercoledì 19 luglio al Castello dell'Imperatore (ore 21,30, ingresso libero), una delle migliori promesse della musica d'autore italiana: Giulio Casale con “In fondo al blu”.
Casale nasce a Treviso da famiglia milanese nel 1971. Nel 1991 fonda gli Estra, gruppo musicale con il quale in quattro anni e due autoproduzioni, suscita l’interesse della critica e del pubblico attraverso un’originale e significativa ricerca poetica e musicale ed un’autentica natura istrionica sul palcoscenico.
Nel ’94 gli Estra vincono Rock Targato Italia e di lì a poco firmano con un contratto con la Cgd – Warner music. Il primo disco ufficiale del gruppo è “Metamorfosi” e risale al 1996 cui seguirà “Alterazioni”.
Ciò che contraddistingue Giulio Casale è la una sferzante tensione interpretativa dal vivo, trasfigurata in testi di grande caratura psicologica, permeati di intenso e profondo lirismo e simbolismo. Testi che comunque mai trascurano di parlare della quotidianità e del “mestiere di vivere”.
Nel ’99 pubblica Nordest Cowboy co-prodotto con l’americano Wilson. Il disco, denuncia le incongruenze e le storture del miracolo economico del Nord-Est, che diventa qui il mondo civile per antonomasia. L’album è considerato uno dei prodotti rock più interessanti del ’99, grazie a canzoni come Signor Jones, Nord-Est Cowboy. Tra gli ospiti dell’album era presente anche Vinicio Capossela.
Nello stesso periodo Casale in collaborazione con Giancarlo Susanna scrive un libro su Tim e Jeff Buckley, curando la traduzione delle canzoni di Jeff e rivelando un’attenzione particolare per la produzione musicale dei Buckley.
Nel 2000 pubblica “Sullo Zero”, il suo primo libro, lascia emergere un’inequivocabile vocazione poetica. Il libro si presenta come una lunga riflessione dipanata in versi attorno al concetto del nulla e del vuoto, attraverso un percorso sospeso tra l’urgenza di richiami filosofici e spirituali e la realtà delle esperienze quotidiane. Il libro riscuote un successo notevole e spesso Giulio è chiamato a leggerlo alla radio e alla tv. Prende così forma uno spettacolo vero e proprio, un concerto-reading, all’interno del quale le letture poetiche si alternano alle canzoni degli Estra eseguite solo con voce e chitarra acustica.
Nel 2002 esce l’album “Sullo Zero”, documento live dei recenti concerti-reading a cui viene assegnato il Premio Mariposa nel 2002 e la Targa premio Grinzane Cavour nel 2003.
Nel 2004 partecipa a Viareggio al prestigioso Festival Teatro Canzone “Giorgio Gaber”. In questo periodo possiamo dire che inizi quella riflessione che porrà le basi del percorso artistico successivo. Il 13 maggio 2005 infatti viene pubblicato il nuovo album solista “In fondo al Blu” su etichetta “Artes Records”, distribuzione Mescal – Sony Music e che è stato accompagnato da un tour in numerose città italiane.
“In fondo al blu”, un viaggio attraverso dodici brani che mettono in risalto lo stato di malessere generale, intellettuale e spirituale della nostra società e che molto attingono dalla scuola cantautorale nostrana. Il cd si apre con una dedica carica di nostalgia alla madre “Marina Elisa” e, risulta poi difficile spiegare perché, quasi maniacalmente, si ascolta e si riascolta la traccia numero due: “Eccomi qua”, forse sarà per il bellissimo e coinvolgente arrangiamento musicale, per l’ottimo amalgama di suoni elettronici ed assoli di violini o forse più semplicemente perché ci si può anche riconoscere nelle parole del testo: “Ora lotto come un uomo, soffro come un uomo, perché sempre ti ho amata come un animale e come tale adesso sono qua”.
Si procede poi a ritmo di bossanova nel brano “L’uomo col futuro di dietro” che… “presagendo una malinconia si concesse una pastiglia vivace”. Il blu è considerato il colore dell’introspezione che presiede all’attività meditativa ma… “Siccome non ho più gambe per raggiungere qualunque meta ho qui in fronte un videoproiettore/Ho pochissima materia grigia per distinguere tra bene e male così mi affido sempre fiducioso agli elaborati del computer centrale…”. Queste le parole di “Vivacchio”, lucide, schiette che ben mettono in luce il livello di asfissia non solo mentale che la vita di tutti i giorni ci propina e, contro la quale, vivacchiando appunto, cerchiamo di lottare per continuare a sentirci vivi.
Dai toni decisamente più introspettivi la bellissima “Cara giovane vergine che mi parli di suicidio”, brano velato di atmosfere irlandesi e che sembra essere in sintonia con un certo stile alla “De Andrè”, senza dimenticare “La luna e i falò” di Cesare Pavese. Un brillante sberleffo all’Italia, a tante vacue e contraddittorie leggi-divieto nell’ironico valzer, tra il cantato ed il parlato, di “Sbarre sui denti”, brano che assume quasi i toni di una canzone di protesta: “L’Italia è una scuola materna dove i bimbi siamo noi tutti insieme sempre più deficienti”. “La violenza è lì, ti aspetta/Senza un crimine di poesia/Senza nessuna pietà/Senza una vera realtà”.
Questi solo alcuni versi di “Ora o mai più”, canzone il cui testo andrebbe citato tutto, dall’inizio alla fine, e che vuole essere anzitutto un appello agli artisti ad unirsi, a “liberare gli sguardi mai visti” ed a dire… “che la gente non farà mai più rima con niente”.
Musicalmente il cd si muove su basi pop-rock, sulle quali su innestano campionature, suoni elettronici, atmosfere acustiche e partiture d’archi. Giulio Casale ci saluta con una altrettanto esilarante ghost track “Il caso di uno vicino a se stesso” dalle tonalità più marcatamente rock. Un ottimo cd d’autore che nelle parole vuole conservare, preservare e difendere tutta “l’innocenza di vivere”, perché la casa primigenia dell’uomo è là “In fondo al blu”.
825/06
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