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Comune di Prato

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24/07/2006 10:59
Musica Martedì 25 aprile, ore 21,30, nell'ambito della Pratestate

All'anfiteatro Pecci i ritmi di Sergent Garcia

Sergent Garcia sarà il protagonista domani sera, martedì 25 luglio (ore 21,30, ingresso 12 euro), del recital in programma all'Anfiteatro del museo Pecci, in un evento interamente sostenuto da Consiag, nell'ambito della Pratestate 2006 promossa dall'assessorato alla Cultura del Comune di Prato. Pioniere del crossover, zingaro del suono, principe della fiesta, Sergent Garcìa è tutto ciò e molto di più: un cercatore e un vero punto di riferimento per la musica meticcia. Bruno Garcìa cresce a Parigi in una famiglia multietnica (madre francese, padre spagnolo, cugini algerini), in un quartiere multietnico (Belleville). Dalla radio di casa sua e dalle finestre dei palazzi viene bombardato di suoni afro, asiatici, giamaicani, arabi, latinos… Senza saperlo, Bruno cresce nel crossover più sfrenato. La scena francese sta attraversando uno dei suoi periodi di grande creatività: è la fase del rock alternativo a forti tinte metissage, i cui maggiori esponenti sono Elmer Food Beat, Les Casse-pieds, Les Rita Mitsouko e soprattutto Mano Negra, Les Négresses Vertes e FFF. Presto Bruno si sposta in Spagna e comincia a animare le nottate estive con il raggamuffin giamaicano dei Bawana Son Sound System. È tra i primi a importare musica cubana in Europa e il suo originale stile che unisce i ritmi giamaicani a quelli della salsa, lo eleva a celebrità delle coste e delle radio iberiche (Salsamania è il programma che lo lancia definitivamente): a questo punto serve un nome definitivo e decide di autonominarsi Sergente. Nel frattempo si è fatto il 1997, Bruno si è avvicinato al rap producendo i Timide Sans Complex e, dopo 11 dischi i Ludwig Van 88 si sciolgono; è il momento di provarci da solo. Sergent Garcìa si chiude in studio e compone 15 brani che costituiscono l'ossatura del suo primo disco, 'Que viva el sergento!', uscito nel 1997 per la Crash Records. Un successo da 200.000 copie, quasi tutte vendute nel mondo latino. Rime spagnole più ritmi caraibici, la formula funziona anche dal vivo, tanto che due anni dopo la Virgin gli produce 'Un poquito quema'o', che, grazie al singolo 'Camino de la vida', esce dai confini spagnoli e sfonda tra le radio di tutta Europa, Italia compresa. I concerti del 'sergente' sono pura festa salsamuffin, con una band di 12 elementi (amici cubani, francesi, spagnoli), i Los Locos del Barrio. Garcìa si è creato una nicchia, che in tempi di etnomusic e di boom latino suscita interesse in altri gruppi: nel 2000 collabora con i Mau Mau per 'Safari Beach (Tucasa Micasa)', settimo disco del gruppo piemontese; poi si sposta a Los Angeles per registrare con i Delinquent Habitus un latin rap. Le sonorità latine e testi multilingue sono ormai stati definitivamente sdoganati da Manu Chao e i suoi accoliti (Tonino Carotone) ed è il momento del salto di qualità anche per Sergent Garcìa, che diffonde il verbo con infuocati concerti in tutto il mondo e prepara il materiale che va a comporre il terzo album, 'Sin Fronteras', nei negozi nel 2001. Il disco è un inno al nomadismo musicale (incluse escursioni nella musica del Mali e nel gypsy sound); i testi si fanno più impegnati, con denunce degli squilibri del mondo global, racconti sull'oppressione della vita in periferia e sugli orrori delle ditatture. Reggae, salsa, son, cha-cha, ska, rumba and raggamuffin si fondono in un perfetto e personale equilibrio, frutto dell'evoluzione del 'Sergent style' e della sua band lungo gli anni: finalmente il grande pubblico rende omaggio a un vero pioniere che, come spesso capita ai pionieri, non ha mai avuto il successo che merita.
844/06

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