26/07/2006 15:29
Immigrazione
Un modello organizzativo imitato in tutta Italia
A scuola di italiano e cittadinanza alla Multiculturalità
I corsi di cittadinanza attiva compiono 4 anni di vita: la fotografia di uno spaccato di società eterogeneo, multietnico e multilingue
Una classe multietnica e multilingue formata da persone dalle nazionalità più diverse, dove una badante romena di 50 anni è la compagna di banco di un giovane operaio cinese o di una ragazza bengalese: unico collante tra di loro l'italiano. In pratica molto più di un corso di lingua dove si apprendono solamente grammatica e verbi. Imparare la nostra lingua, ma anche a convivere insieme a comunità diverse nello stesso territorio, è il filo che unisce gli stranieri che ogni anno frequentano i corsi di lingua e cittadinanza attiva organizzati dall'assessorato alla Multietnicità: un caleidoscopio di culture, esperienze e linguaggi diversi, rappresentati da uomini e donne con età e provenienze eterogenee, ognuna con una storia a sè alle spalle, ma tutte accomunate dall'esigenza di imparare l'italiano per poter vivere meglio e lavorare, conoscere le normative sanitarie, le opportunità di istruzione, la formazione e molto altro. Quest'anno i corsi di cittadinanza attiva hanno compiuto 4 anni di vita: tutto nacque nel 2002 in seno al progetto Equal 'Il gabbiano Jonathan', che aiuta i ragazzi con disagio e con problemi scolastici e sociali, da un'idea dell'operatrice Susanna Bellucci, giovane insegnante e collaboratrice dell'assessorato. Lavorando con i ragazzi infatti è emerso che le difficoltà scolastiche erano soltanto la punta dell'iceberg e che comunque queste nascevano dalla scarsa comprensione dell'italiano. Il grado di conoscenza poi era ancora più basso per i ragazzi oltre i 15 anni fuori dall'obbligo scolastico e per le famiglie di provenienza, che parlano quasi esclusivamente la lingua d'origine. Da qui la realizzazione dei corsi di cittadinanza attiva, partiti con due classi di 15 alunni ciascuna e di 150 ore di cui 100 dedicate all'insegnamento dell'italiano, 20 ai laboratori interculturali e di confronto, 30 tenute da esperti su diritto del lavoro, norme sull'immigrazione, diritti e doveri, servizi messi a disposizione, istruzione, corsi di formazione e salute. I giovani immigrati iscritti, in media dai 18 ai 40 anni, hanno imparato quindi anche come vivere in città e a chi rivolgersi, diventando veramente cittadini e non solo lavoratori. Quest'anello di congiunzione viene poi esteso da loro alle comunità a cui appartengono e alle famiglie. Si è trattato del primo esempio in Italia e un modello organizzativo che ha suscitato l'attenzione di tanti Comuni interessati da un'immigrazione massiccia e stratificata. Adesso i corsi sono strutturati in tre livelli, elementare, medio ed avanzato, a seconda del grado di conoscenza dell'immigrato: per ogni livello vengono impartiti due corsi all'anno. Quello più gettonato è quello di base, che ad esempio in quello appena concluso contava oltre 40 iscritti, mentre gli altri hanno in media 15 frequentanti. Ogni anno comunque oltre 100 stranieri si iscrivono ai corsi per diventare 'cittadini attivi', che moltiplicato per 4 anni di attività fa 400. Come racconta Susanna Bellucci, si tratta anche di un osservatorio privilegiato per sapere di più delle comunità di migranti che vivono a Prato. Qui infatti si mescolano ad esempio donne bengalesi, spesso laureate in college del loro paese ma che qui devono adattarsi a fare le badanti, con pachistani che invece presentano bassi livelli di scolarizzazione, ancora più bassi nelle donne: «Estremi opposti che vengono messi fianco a fianco proprio perchè parlino italiano tra loro - dice l'insegnante - Si supera la concezione del corso fatto per un'unica etnia e si favorisce così un maggiore scambio, scardinando pregiudizi e divisioni. Sopratutto è un modo per conoscere meglio ciascuna comunità. Loro, come noi, hanno capito che meno conoscono l'italiano e meno saranno inseriti». Ma i corsi di italiano e cittadinanza attiva non sono gli unici che l'assessorato alla Multiculturalità organizza: ci sono infatti attualmente 7 corsi estivi per bambini e durante l'anno si avvicendano 4 corsi dedicati specificamente ai cinesi, la comunità più numerosa in città, più altri 2 per i piccoli con gli occhi a mandorla, il corso di cinese per italiani, che conta 20 iscritti, e 2 corsi intensivi di italiano previsti per agosto. In totale ogni anno oltre 500 persone di età e nazionalità diverse si rivolgono all'assessorato per apprendere la nostra lingua.
cb
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