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Comune di Prato

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07/09/2006 14:12
Consiglio Comunale Un intervento del consigliere Luciano Bartolotti

«Le idee e i progetti culturali ci sono»

Le questioni della politica e della programmazione culturale sono al centro di un intervento di Luciano Bartolotti, consigliere comunale Ds e presidente della Commissione consiliare n. 5 “Politiche sociali e formative”. Di seguito il testo di Bartolotti: «La programmazione culturale, in quest’estate e durante l’intero corso dell’anno, non si può dire non presenti manifestazioni ed iniziative di livello e di qualità, nè che manchi di progettualità. Questo è l’assunto da cui partire nel dibattito che si è sviluppato in questi giorni. La mia non intende essere una affermazione perentoria ma una semplice constatazione. Basta scorrere i cartelloni, compreso quello della Pratestate, per scoprire che ci sono state rassegne e spettacoli di buon livello e con nomi anche eccellenti. Da questo punto di vista occorre solo misurarsi con quelli che sono state le varie iniziative proposte, che non a caso hanno avuto anche notevole successo e sono state apprezzate dal pubblico. Le considerazioni fatte, a tal proposito, dall’assessore alla Cultura Andrea Mazzoni non rappresentano la difesa strenua del proprio operato, ma corrispondono alla realtà dei fatti. In secondo luogo la politica culturale messa in campo dall’Amministrazione è anche tesa a valorizzare un tessuto culturale ricco di associazioni, di gruppi, di enti, diffusamente radicati nel territorio. Forse questo impegno, che si nutre del quotidiano, non ha visibilità, ma non è per questo meno prezioso, utile e necessario, soprattutto in una fase di crisi del sistema socio-economico locale, poiché si tratta di non disperdere energie, creatività, risorse, e quindi, in ultima istanza, di tener insieme una maglia di presenze culturali dalla cui frammentazione la città avrebbe tutto da perdere e niente da guadagnare. In terzo luogo non si può non tener conto, nonostante le ristrettezze finanziarie, degli investimenti forti per le istituzioni culturali che ne consentono l’esistenza, evitandone talvolta la chiusura come nel caso del Pecci, anzi ponendo le basi per il suo rilancio; o che, come nel caso di Officina Giovani, permettono di realizzare un luogo di “cultura giovanile”, quasi unico nel suo genere in Italia. Guardare alla politica culturale significa guardare alla complessità dei suoi aspetti, e non solo ai cartelloni della programmazione che, peraltro, è stata fin qui di qualità. Semmai, come riflessione critica, occorre dare maggiore comunicazione a questo eccellente sforzo, renderlo vissuto, anche come percezione, dai più vari strati della popolazione. L’immagine, in una qualsiasi attività, e ancor più in ambito culturale, non è un di più, un qualcosa che serve ad abbellire. E’, al contrario, il suggello, la sintesi di un impegno, il momento che dà sostanza all’iniziativa svolta. Forse da questo punto di vista occorre fare di più insieme alla necessità di disporre di adeguate risorse finanziarie. Perché le idee ci sono, e si realizzano negli atti della politica e della programmazione culturale, ma hanno pure bisogno di apparire».
956/06

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