06/11/2006 19:21
Consiglio Comunale
Una seduta dedicata ai temi dell'infanzia
'Da Prato un piccolo messaggio di speranza'
Il presidente di Unicef Italia consegna al sindaco Marco Romagnoli l'attestato di 'difensore ideale' dei bambini
'Il riconoscimento odierno, che fra l'altro non è nuovo, è rivolto all'intera collettività pratese, ai suoi sforzi, nella ricerca di una città a misura di bambino'. Con queste parole il sindaco Marco Romagnoli ha chiuso il proprio intervento introduttivo nell'odierno Consiglio comunale 'aperto', dedicato ai temi dell'infanzia, durante il quale il presidente nazionale di Unicef Italia Antonio Sclavi ha consegnato allo stesso sindaco l'attestato di città 'dalla parte dei bambini': una pergamena ed una medaglia ricordo hanno sancito l'investitura del primo cittadino come difensore ideale dei bambini 'per estendere la cultura per l'infanzia non solo per migliorare strutture e servizi, ma anche per riconoscere il diritto all'avvenire delle future generazioni. Nel Salone, gremito di persone, erano presenti anche la presidente pratese di Unicef Erminia Abruzzini, i rappresentanti dele istituzioni locali e alcuni bambini-lavoratori del movimento Manthoc del Perù, ospiti in questi giorni dell'Arci Prato per il progetto 'Costruendo speranza'.
Il sindaco ha fatto riferimento, nel suo intervento, alla 'esperienza straordinaria' che Prato sta vivendo, soprattutto nelle scuole, là dove bambini di ogni colore e nazionalità, cinesi, arabi, italiani ed europee convinvono fianco a fianco. 'Non ho intenzione - ha detto Romagnoli - in questa sede di risollevare il tema dell'immigrazione. Occasioni non mancheranno anche in questo Consiglio. Ma se interogassimo tutti noi quei bambini, se li interrogassero i loro genitori, se comprendessimo le loro domande e le loro esigenze soprattutto se interrogassimo quelli che frequentano le nostre materne, probabilmente o forse qualche problema di convivenza sarebbe risolto'.
'Il fatto è - ha continuato il primo cittadno - che, nel nostro mondo contemporaneo, sembra quasi che gli adulti intendano separare i bambini dalla loro infanzia, proiettando su di essi le le loro contese e i loro odii'.
In una dimensione mondiale dove c'è anche una massa enorme di umanità sofferente, i bambini, per Romagnoli, sono i 'più esclusi e invisibili', tanto che almeno 50 milioni di piccoli nel mondo, secondo le stime del Rapporto sull'infanzia 2006 dell'Unicef, non vengono registrati neppure all'anagrafe. Da Prato, ha concluso il sindaco, proviene 'per le esperienze anche difficili che stiamo facendo un piccolo messaggio di speranza, che emana dalla durezza e concretezza della nostra vita materiale. Non tutto l’avvenire è buio. La pace, quel valore etico che in questa contemporaneità perigliosa e dilaniata, agita le nostre coscienze, nel senso che ne percepiamo la sua drammatica difficoltà ad instaurarsi, si nutre di piccole brecce aperte nei muri dell’intolleranza e dei fondamentalismi'.
Dopo Romagnoli è intervenuto il presidente nazionale di Unicef Ialia Antonio Sclavi, che ha fatto riferimento al problema dell'immigrazione toccato da Romagnoli: «Non è sufficiente la tolleranza per convivere con culture diverse che si trovano nello stesso territorio: occorrono anche il dialogo e l'ascolto, in modo che ognuno possa sviluppare e sostenere la propria cultura, ma comprendendosi a vicenda. So che Prato è un Comune già molto sensibile a questi temi e già attivo per costruire una città amica dell'infanzia, secondo i nove passi essenziali sanciti dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia». Tra questi la salute, la scuola, l'uguaglianza, la protezione per ogni bambino. «Una città strutturata su questi principi non è solo a misura di bambino, ma di qualsiasi persona - ha aggiunto la presidente pratese dell'associazione Abruzzini - L'unicef è nata a Prato 14 anni fa e da allora sono stati fatti tanti passi avanti: i diritti dei bambini si attuano innanzitutto attraverso gesti piccoli ma concreti, che tutti possono attuare tutti i giorni».
Le cifre riportate da Sclavi provenienti dal rapporto annuale Unicef indicano una situazione molto difficile, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo: sono ancora 171 milioni i bambini che fanno lavori ad alto rischio, 500mila quelli orfani o abbandonati per miseria dalle famiglie solo in Europa centrale, milioni quelli sfruttati sessualmente e ancora milioni quelli che secondo la Fao soffrono la fame, un problema diventato più grave rispetto a 10 anni fa soprattutto a causa delle guerre che si susseguono, senza contare i bambini-soldato.
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