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Comune di Prato

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08/11/2006 13:46
Università Comune e Provincia insieme contro il divieto di decentramento

Una mozione congiunta in difesa del Pin di Prato

I Consigli si mobilitano contro lo stop al decentramento dell'art. 71 della Finanziaria. La proposta di emendamento di Prato.
Per difendere il Pin e la possibilità del Polo universitario pratese di dare avvio a nuovi corsi si mobilitano anche i consiglieri provinciali e comunali. Le Commissioni consiliari provinciali per lo Sviluppo (II) e per i Rapporti con l’Università (V) presiedute da Fabio Rossi e Angiolo Galasso e le Commissioni consiliari del Comune Politiche formative, Economia ed infrastrutture e Programmazione ed organizzazione, guidate da Luciano Bartolotti, Luca Roti e Massimo Bartoloni, hanno elaborato una mozione congiunta che chiede la revisione dell'art. 71 del disegno di Legge finanziaria 2007, che in pratica impedisce il decentramento universitario sancendo il 'divieto temporaneo di istituire nuove facoltà e corsi di studio in sedi didattiche diverse da quelle in cui l'ateneo ha la sede legale ed amministrativa'. La mozione è stata discussa ed approvata ieri a maggioranza dalle Commissioni comunali e approderà prossimamente all'esame del Consiglio. In Provincia invece la mozione verrà discussa venerdì 10 novembre dalla Seconda e dalla Quinta commissione del Consiglio provinciale per essere poi inoltrata al dibattito dell’assemblea di Palazzo Buonamici. La proposta formulata nella mozione, che si aggiunge all'azione politica svolta dai tre parlamentari pratesi Beatrice Magnolfi e Andrea Lulli dei Ds e Antonello Giacomelli della Margherita e dai vertici della Regione Toscana per porre all'attenzione del Governo l'importanza del decentramento universitario e della realtà pratese, è di emendare l'art. 71 aggiungendo al 4° comma che «sono escluse dal divieto le sedi didattiche in cui l'Università abbia almeno da un quinquennio costituito con Enti locali o con altri Enti pubblici e privati consorzi dedicati a congiungere il decentramento delle attività didattiche allo svolgimento di attività di ricerca e di formazione, funzionali al trasferimento sul territorio di tecnologie, conoscenze e capacità operative per le esigenze delle Pubbliche amministrazioni e delle imprese»: «Giudichiamo positivamente l'esigenza di una razionalizzazione del decentramento universitario - spiegano i promotori dell'atto - ma la formulazione dell'art. 71 è penalizzante per l'esperienza di Prato, che ha saputo aprire una strada qualitativamente nuova per lo sviluppo economico e culturale del territorio e offre tuttora una nuova chiave di sviluppo per l'Università, aprendola ad un proficuo rapporto con l'economia e con il patrimonio culturale della società locale». Il Pin è nato a Prato nel 1992 dall'accordo consortile tra l'Università di Firenze, il Comune e la Provincia di Prato, la Camera di commercio, il Consiag, la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, l'Unione industriale pratese, l'Unione industriale partese servizi, la Provincia di Pistoia e le associazioni di categoria. Ha trovato una risposta positiva nel sistema produttivo locale portando alla rapida diffusione di figure professionali tecniche e dirigenzali qualificate, che rispondono alle esigenze concrete di carattere economico e sociale. Conta attualmente quasi 2000 studenti iscritti ai vari corsi, con il 19% in più rispetto al 2005.

cb

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