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Comune di Prato

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10/11/2006 14:13
Consiglio Comunale Il documento approvato dopo una lunga seduta

Piano strutturale, in otto cartelle gli indirizzi

A favore i gruppi di maggioranza e Massimo Taiti, contraria tutta l'opposizione.
“Avviamo un cammino nuovo che ci porterà oltre il Piano Secchi, consapevoli delle solidità delle scelte allora maturate ma anche della necessità di uno strumento rapido ed efficace, utile a raccogliere la nuova complessità, in un progetto condiviso di sviluppo ed in un’equa redistribuzione del benessere prodotto”. Recita così il documento di indirizzi per la revisione del piano strutturale, approdato ieri in Consiglio comunale e approvato con 24 voti favorevoli e 8 contrari, che hanno vista compatta tutta l'opposizione. Nelle otto cartelle si ricalcano gli orientamenti già espressi in sede di avvio del procedimento per la variante Declassata, nonché l’esigenza di passare ad una fase che “supera di fatto l’approccio tradizionale alla pianificazione urbanistica” per passare ad una pianificazione che è “anzitutto atto politico-programmatico, o quantomeno lo diviene in maniera finalmente esplicita e consapevole”. “In particolare – è scritto ancora nel documento – lo strumento della pianificazione territoriale comunale, il piano strutturale distinguendosi nettamente dal regolamento urbanistico, atto di governo del territorio, coglie in pieno i frutti della pianificazione strategica, già avviata nel Comune di Prato, e apre una ulteriore riflessione sugli scenari evolutivi del sistema economico locale e sulle compatibilità con le risorse disponibili, dialogando allo stesso livello di dignità con gli strumenti di pianificazione della Regione (Pit) e della Provincia di Prato (Ptc)”. All’origine dunque c’è il piano strategico e la convinzione lì emersa di aggiornare le previsioni urbanistiche. Rispetto al Piano Secchi le priorità, o correzioni che dir si voglia, riguardano le cosiddette aree dismesse, o come è scritto nel documento di indirizzi “una diversa modulazione delle previsioni sulle aree destinate al consolidamento degli insediamenti produttivi esistenti, unita alla possibilità di una diversa valorizzazione per parte di edifici industriali dismessi'; lo sviluppo produttivo e la necessità di un “sostanziale spostamento verso la parte più evoluta della filiera, verso la finitura dei tessuti e la loro commercializzazione”, anche attraverso la creazione fisica di un “nuovo polo” di funzioni superiori sull’asse della Declassata, sulla base del master-plan per l’area Banci dell’architetto Massimiliano Fuksas; “la piena e adeguata attuazione del progetto di valorizzazione del sistema ambientale e del sistema urbano”, prevedendo “una maggiore efficacia degli strumenti di acquisizione al patrimonio pubblico della aree urbane di pregio ambientale da tutelare”. Il tutto in un quadro in cui lo strumento urbanistico comunale si relaziona con gli strumenti di governo del territorio della nuova legge regionale e con gli strumenti di pianificazione della Provinciaa, in un contesto d’area metropolitana, soprattutto per quanto concerne mobilità e università, “non accademico o formale', lontano 'dall’illusione di una auspicata strategia comune comprensiva di ogni aspetto anche particolare', per individuare 'pochi punti di forza e concreti percorsi operativi per gli argomenti non risolvibili nelle singole dimensioni comunali”. Insomma è scritto nel documento “non bisogna avere paura del nuovo” e accingersi ad un’opera di riqualificazione, anche per effetto di grandi flussi migratori e dell’incremento demografico, di parti della città che “non più riconoscibili”. Le chiavi di volta dell'ipotesi di revisione si chiamano “equilibrio e sostenibilità”, in pratica la ricerca di un piano strutturale, i cui risultati si vedranno entro la fine della legislatura, “che anzitutto conserva e tutela lo spazio aperto residuo, innova, riusa e sostituisce la città fabbrica dove le sue funzioni sono dismesse o non più compatibili”, valorizza la città antica e le frazioni, modella 'nuove occasioni di sviluppo dell’offerta residenziale pubblica o convenzionata, sia in proprietà che nell’affitto'.
1199/06

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