14/11/2006 14:35
Comune
Una ricerca dell'Ufficio Statistica e dell'Università di Firenze
Prato dal 2004 al 2024: l'analisi del cambiamento
L'assessore all'Organizzazione Ferrara ha presentato i risultati dello studio sulla popolazione, con tre scenari futuri di sviluppo
Da Comune di medie dimensioni a terza città del centro Italia in soli 50 anni, con un tessuto sociale in continua evoluzione dove si amalgamano etnie e provenienze diverse, unica provincia in Italia insieme a Brescia a superare la soglia del 10% (12%) di popolazione straniera rispetto agli autoctoni: è questa la fotografia scattata a Prato dalla ricerca compiuta sulla popolazione e sugli scenari futuri dall'Ufficio statistica del Comune e dal Dipartimento di statistica “Giuseppe Parenti” dell'Università di Firenze. I risultati dello studio sono stati presentati stamani in Palazzo comunale dall'assessore a Programmazione e Organizzazione Loredana Ferrara, da Silvana Salvini, docente dell'Ateneo fiorentino, Irene Ferro, della stessa Università, e Anna Marsden del Centro per l'immigrazione del Comune. Era presente anche l'assessore alla Multietnicità Andrea Frattani. La ricerca, 'La popolazione di Prato, le determinanti del cambiamento', si è posta l’obiettivo di misurare le diverse componenti delle dinamiche demografiche ponendo al centro dell’attenzione il cambiamento dell’entità della popolazione e della sua composizione per effetto della fecondità, delle migrazioni, di una maggiore speranza di vita. Costituisce uno strumento di riflessione per tutti coloro che per missione sono chiamati ad occuparsi del futuro della città e dei suoi abitanti, in primo luogo per il Comune che ricopre un ruolo di agenzia della programmazione urbana.
Al 30 settembre 2006 la popolazione residente pratese è pari a 184.903 abitanti di cui 21.601 stranieri e 153.302 italiani; al 31 dicembre 2005 gli abitanti erano 183.823 di cui 19.771 stranieri e 164.052 italiani. E il futuro? Sulla base dei tre fattori di fecondità, mortalità e migratorietà, la ricerca ha elaborato tre possibili scenari di popolazione proiettandosi al 2024:
1. Uno scenario basso in cui si ipotizza una flessione del sistema economico-produttivo della città con conseguente diminuzione del numero di figli per donna, speranza di vita in aumento, immigrazioni costanti, emigrazioni in aumento. In questo scenario la popolazione pratese subirebbe solo un lieve incremento, pari al 3%, ci sarebbe una contrazione delle classi di età infantili e la popolazione anziana crescerebbe. Gli abitanti pratesi in questo scenario smonterebbero a 186.131 unità.
2. Uno scenario medio in cui si ipotizza una sostanziale stabilità: numero medio di figli per donna in aumento; speranza di vita in aumento; immigrazione e migrazioni costanti rispetto alla situazione attuale. La popolazione aumenterebbe del 13 per cento per un totale di 204.663 abitanti.
3. Uno scenario alto o di espansione: si ipotizza una valorizzazione sia quantitativa che qualitativa delle risorse umane disponibili e una crescita nei diversi settori produttivi della domanda di lavoro sia italiana che straniera. Questa prospettiva sottintende che il saldo migratorio si intensifichi e continui a crescere e che la fecondità prosegua l’attuale trend di crescita. L’aumento demografico salirebbe al 30% e gli abitanti sarebbero 233.247: «“Lo studio sarà il vademecum della politica amministrativa per gli interventi di governo del fenomeno demografico ed immigratorio - afferma l'assessore Ferrara - Per il buon governo di un territorio è fondamentale il lavoro di monitoraggio e analisi dei mutamenti demografici, così come è necessario formulare scenari di medio e lungo periodo cercando prevedere tutti i processi di sviluppo socio-economico e culturale che condizionano e condizioneranno lo sviluppo della città negli anni futuri. Diventa determinante l’esigenza di pensare alla demografia come strumento per programmare la città, prepararla ad un percorso dinamico per prevedere i bisogni della città che sarà, per monitorare il divenire e quindi determinare l’azione di governo, dai servizi, alla casa, alla sanità. Consapevoli che le trasformazioni socio economiche oltre che urbane già in atto nella nostra città muteranno non solo il numero dei cittadini ma le loro aspettative, la qualità della vita, i bisogni, le relazioni fra i vari gruppi sociali.” Lo studio sarà infatti utile anche ai fini del nuovo sistema di pianificazione del territorio nell'ambito della revisione del Piano strutturale.
Altri dati sono stati aggiunti da Anna Marsden, impegnata da anni nello studio delle evoluzioni delle etnie straniere a Prato, che ha portato all'attenzione anche l'alta stabilizzazione degli immigrati a Prato: sono nati a Prato oltre il 21% dei cinesi, 1l 14% degli albanesi, il 22% dei marocchini, l'11,5% dei pachistani e il 4,13% dei romeni. «A Prato abbiamo 23.000 soggiornanti, 30.000 in tutta la Provincia - ha aggiunto l'assessore Frattani - Un numero che dimostra quanto sia sbagliata la politica delle sanatorie, perchè si scaricano i costi sociali sui Comuni, innescando logiche di mercato che innalzano i prezzi delle case e degli affitti. lo studio della demografia va messo in ralazione con il sistema economico, perchè l'iimigrazione sia compatibile con le risorse del territorio e le condizioni del mercato del lavoro, altrimenti la situazione sfugge di mano».
Tornando alla crescita della popolazione pratese, la ricerca ha evidenziato come tra il 1951 e il 1971 i residenti sono raddoppiati, passando da 77.631 a 143.232; nel ventennio successivo la crescita è continuata, sia pure con un andamento più contenuto. A partire dal 1995, la popolazione pratese ha comiciato a crescere in maniera più sostenuta, prevalentemente a seguito dell'aumento dell'immigrazione straniera. Alla fine del 2004 la popolazione risultava composta da 180.674 abitanti, di cui il 9,1% stranieri, pari a 16.373 unità: la percentuale di popolazione straniera sul totale residente è tra le più alte nelle realtà metropolitane italiane. Dal 1995 al 2005, in particolare, la popolazione straniera residente a Prato è mediamente aumentata ogni anno di 1.675 unità, pari al 20,8%: si tratta, quindi, di una tendenza superiore a quella media nazionale che negli ultimi quattro anni si è attestata sul valore medio pari circa al 18%.
La popolazione italiana è rimasta pressoché stazionaria intorno alle 165mila unità (incremento medio annuo pari a – 0,06%), in flessione dal 2003 in poi.
cb
1220/06
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