05/12/2006 15:27
Giunta
Approvato il piano di riorganizzazione dell'Ente
Il Comune suddiviso in dodici settori
Fra gli aspetti principali la riduzione dell'area del precariato
Il Comune sarà suddiviso in 12 nuovi “settori” corrispondenti «a macroaree di attività dell'Amministrazione», con compiti di «coordinamento della programmazione, dell'organizzazione e del controllo gestionale», a ciascuno dei quali faranno capo 43 diversi “servizi” definiti «unità operative di livello intermedio dotate di autonomia organizzativa e gestionale», a loro volta articolati in “unità operative” ossia «ulteriori strutture organizzative con gestione del personale e finalizzate all'espletamento di funzioni e procedure». Si presenta in questo modo il nuovo disegno organizzativo della cosiddetta “macchina comunale”, così come uscito ieri, lunedì 4 dicembre, dalla riunione di Giunta su proposta dell'assessore all'Organizzazione Loredana Ferrara.
La delibera licenziata dall'esecutivo cittadino si caratterizza come un'operazione di complessiva ristrutturazione del Comune, accompagnata da una sfilza finale di allegati, ben sei (il documento di sintesi, i nuovi settori, la definizione dei servizi e le loro funzioni, il regolamento degli uffici, il piano finanziario e il programma di assunzioni), il cui risultato finale è la definizione di una pianta o dotazione organica nel triennio 2007-2009 di 1155 unità a fronte degli attuali 1055 dipendenti (aprile 2006) e un limite di spesa fissato in 32.592.219,11 euro, con un graduale assorbimento dell'area del precariato, attraverso la trasformazione tramite contratti di formazione e lavoro e concorsi, di 37 posizioni a co.co.co. e 20 posizioni provvisorie più l'assunzione di 15 vigili urbani.
Ed è questo il dato più sottolineato dall'assessore Ferrara: «Con questa delibera non procediamo solo ad una più funzionale organizzazione degli uffici in linea con gli obiettivi del Piano strategico, ma avviamo un progressivo percorso di riduzione dell'ampia area del precariato, così come era nei programmi annunciati e definiti dall'Amministrazione comunale». Una riduzione del precariato che si accompagna, in termini di criteri seguiti, ad una progressiva diminuzione del personale inquadrato in categoria A, la più bassa dell'inquadramento, per effetto come specifica la delibera di un venir meno «delle attività operative direttamente gestiste», ad un incremento dei livelli intermedi C (istruttori) e D (funzionari) e al decremento dei dirigenti.
I dodici settori sono i seguenti: direzione generale, affari generali, servizi finanziari, innovazione e risorse organizzative, organi istituzionali e al servizio del cittadino, cultura/sport ed educazione, politiche sociali, governo del territorio, pianificazione strategica ed attività economiche, edilizia pubblica, mobilità/ambiente e grandi infrastrutture, polizia municipale.
Tra le novità previste, per superare la frammentazione di medesime funzioni, la cosiddetta graduale “centralizzazione” di alcune di queste. In particolare si prevede la costituzione di un unico ufficio per gli acquisti, per lo svolgimento delle gare, per la gestione del patrimonio e della logistica.
L'ultima curiosità, riportata in uno degli allegati, riguarda la comparazione statistica fra Prato ed altri Comuni: rispetto all'attuale organico, il Comune ha un rapporto di 58 dipendenti ogni 10 mila abitanti, più basso di realtà come Parma (79) e Modena (103), che hanno una popolazione pressapoco simile a Prato. Ma anche più bsso di Perugia (90) e Livorno (93), che hanno una dimensione media non molto lontana da quella della città. Per non parlare di Firenze e Bologna che hanno rispettivemente 125 e 132 dipendenti comunali ogni 10 mila abitanti.
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