25/01/2007 17:24
Consiglio Comunale
L'annuncio del sindaco nella seduta “straordinaria” di oggi
Immigrazione, a febbraio il governo sbarca a Prato
Di sicurezza e sociale si parlerà col vice ministro Minniti e la sottosegretaria De Luca. In arrivo finanziamenti dalla Regione
A metà febbraio arriverà a Prato il vice ministro on. Marco Minniti, con delega al Dipartimento di pubblica sicurezza, «per discutere delle questioni relative ai controlli sul territorio e dei maggiori strumenti, anche per quanto riguarda gli organici, di cui la nostra realtà ha bisogno»; più o meno nello stesso periodo sarà in visita a Prato anche il sottosegretario al ministero della Solidarietà sociale Cristina De Luca «per verificare un pacchetto di misure in relazione alle questioni sociali, casa e scuola prima di tutto». L'annuncio, sulla presenza in città dei due rappresentanti dell'esecutivo nazionale, è stato dato dal sindaco Marco Romagnoli nel corso del Consiglio comunale straordinario, riunito per l'intera giornata, sulle questioni legate all'immigrazione.
Non solo. Il sindaco ha anche letto al Consiglio la lettera ricevuta dal sottosegretario al ministero dell'Interno on Marcella Lucidi, con delega ai problemi dell'immigrazione, con la quale l'esponente governativo informa sul pacchetto di misure legislative (la prima la proposta, già presentata al Senato, è contro lo sfruttamento dei lavoratori clandestini), che riguarderanno fra l'altro anche il passaggio di alcune competenze ai Comuni per i permessi di sogggiorno e la revisione dei flussi, «su cui Prato sarà chiamata - ha aggiunto il sindaco - a proporre osservazioni e a dare il proprio contributo di idee perchè non si può legiferare, come riconosciuto dallo stesso sottosegretario, prescindendo dai territori a più alta densità immigrativa».
Il sindaco è partito proprio da questo dato nel suo intervento al Consiglio Comunale: «E' vero che sono circa 4 milioni gli immigrati in Italia, ma la loro presenza non si distribuisce in maniera omogenea. Il repentino aumento della popolazione, dal 1991 fino ad oggi, ha creato problemi nuovi». Problemi che si chiamano mancanza di diritti, sfruttamento, regressione nelle condizioni di lavoro, questioni sociali aperte, la casa in primo luogo, fenomeni di illeglità diffusa, da quelli piccoli a quelli grandi. «Il rischio - ha continuato il sindaco -, soprattutto per quanto riguarda le condizioni di vita e di lavoro è che vi sia un arretramento generale nei livelli di conquiste sociali, di civiltà e di progresso della nostra comunità».
Nessun allarme, ma solo la coscienza «della complessità del fenomeno», che per il sindaco «può essere affrontato se ogni livello istituzionale, ad iniziare dall'esecutivo nazionale, fa la propria parte, perchè è impossibile che i Comuni, che pure sono l'istituzione a più immediato contatto coi cittadini, possano affrontare da soli tale problema, dalla casa alla scuola, dal lavoro alle questioni della sicurezza urbana». Un appello, ha affermato ancora il sindaco, «che è stato raccolto dal Governo ma anche dalla Regione. Mi pare di poter dire che esiste una conspevolezza nuova. Del resto Prato, le sue istituzioni, Provincia e Comune in testa, pongono una questione di cittadinanza, dunque di doveri da assolvere e di diritti delle persone da rispettare».
Risposte che sono venute nel corso del dibattito, con un riconoscimento anche dai banchi dell'opposizione dell'iniziativa messa in campo dal Comune e dal sindaco.
Anche la Regione riconosce la specificità del “caso Prato”. E' stato l'assessore toscano alle Politiche sociali Gianni Salvadori ad annunciare che «la Regione finanzierà con 200 mila euro il progetto di integrazione scolastica per l'insegnamento ai ragazzi stranieri della lingua italiana e dei fondamenti dell'educazione civica». Un intervento, è sempre l'assesore Salvadori che parla, che si affiancherà «all'impegno di utilizzare tutti i contributi destinati alla Toscana dal fondo per l'immigrazione, previsti dalla Finanziaria 2007 nell'ordine di 50 milioni di euro per l'intero territorio nazionale, per le politiche di inclusione sociale, nell'area fra Prato e Firenze, dove si concentra il 50% della popolazione immigrata della regione».
Prima dell'intervento del sindaco era stato il prefetto Eleonora Maffei a manifestare l'interesse mostrato dal Governo e a sottlineare «il nuovo impegno, in termini di controlli di legalità, delle Forze dell'ordine, soprattutto per contrastare la contraffazione dei prodotti industriali». Scenrari nuovi anche quelli tracciati dal direttore generale della Asl Bruno Cravedi: «Il problema non è che gli immigrati invadono le nostre strutture sanitarie, è che non partecipano ai programmi di prevenzione e vaccinazione. E' un dato che deve farci riflettere». Così come a far riflettere deve essere il dato che «il 60% delle interruzioni di gravidanza riguardano donne straniere, che nel 36% dei casi sono alla seconda interruzione». Drammi sociali riapparsi anche nelle frasi di don Santino Brunetti, a nome della Diocesi: «E' da anni che denunciamo, che la Caritas e le istituzioni denunciano, fenomeni di sfruttamento e di schiavitù di donne e bambini».
Insomma i riflettori si sono accessi sulla realtà dell'immigrazione a Prato. «Noi chiediamo solo strumenti per governare il fenomeno», ha chiuso il sindaco, in linea col presidente della Provincia Massimo Logli, anche perchè ha chiosato l'assessore alla Città multuetnica Andrea Frattani «abbiamo acquisito conoscenze tali da poter dire di poter essere importanti anche per quanto concerne le politiche nazionali».
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