26/01/2007 15:00
Cerimonie
L'atto siglato stamani in Palazzo comunale
Nasce la fondazione per la Deportazione e Resistenza
Presenti tutti i sindaci dei Comuni pratesi, l'Aned, l'Anpi e la comunità ebraica di Firenze
«E' una firma importante non solo per la memoria di pagine oscure della nostra storia, ma anche per il ripresentarsi di rigurgiti che sembravano definitivamente sepolti. E' anche il nostro omaggio alla “Giornata della memoria”». Poche parole ma significative con le quali il sindaco Marco Romagnoli ha chiuso la cerimonia con la quale si è siglata la nascita della fondazione “Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza - Luoghi della memoria Toscana”.
Un atto solenne, compiuto nel Salone Consiliare del Palazzo comunale, con tutti i sindaci dei Comuni pratesi, quello di Prato che ne assumerà la presidenza in testa, a siglare davanti al notaio Francesca Volcart l'atto costitutivo, insieme al presidente della sezione pratese dell'Aned (l'associazione degli ex deportati) Giancarlo Biagini, al presidente della sezione pratese dell'Anpi (l'associazione nazionale partigiani) Ennio Saccenti, al presidente della comunità ebraica di Firenze Daniela Misul.
La fondazione, che avrà sede presso il museo di Figline, nasce infatti per volontà dei Comuni di Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano, Prato, Vaiano e Vernio, dell'Aned, dell'Anpi e della comunità ebraica di Firenze.
Nasce dopo che il Consiglio comunale di Prato, nella seduta di ieri mattina, giovedì 25 gennaio, ha approvato col voto favorevole di tutti i gruppi politici la delibera per la sua costituzione. «Un voto significativo» lo ha definito il sindaco, espressione «di una volontà comune di riaffermare i valori della nostra democrazia e della nostra convinvenza civile».
La fondazione è nata anche col sostegno della Regione, che affida all'istuzione pratese, come recita il suo statuto, il compito di «raccogliere, conservare, valorizzare e studiare la testimonianza del movimento popolare di resistenza al nazifascismo e delle deportazioni», nonchè di promuovere iniziative storico-culturali e di ricerca sulla Resistenza e più in generale sul '900 e una «cultura di pace e di solidarietà fra i popoli contro ogni tipo di intolleranza, razzismo, discriminazione e totalitarismo».
L'ultimo pensiero è stato per Roberto Castellani, che finchè ha vissuto ha tenuto alto il sentimento della memoria e fu il protagonista anche del gemellaggio con Ebensee, la citttadina austriaca dove furono deportati cittadini pratesi. «Roberto - ha chiuso il sindaco - ha seguito con scrupolo la nascita prima del Museo, che oggi diventa fondazione. Anche in suo onore compiamo oggi quest'atto»
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