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Comune di Prato

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21/02/2007 12:41
Polizia municipale L'assessore Gregori replica a Bettazzi (An) e Borchi (Fi)

«Sulla sicurezza richieste all'indirizzo sbagliato»

«I signori che tanto si agitano e si indignano per i fenomeni di criminalità nella nostra città, potrebbero, ogni tanto, inviare le loro proteste agli idirizzi giusti!». La replica dell'assessore alla Polizia municipale agli interventi di Maurizio Bettazzi (An) e Goffrdo Borchi (Fi) non si è fatta attendere. «C'è un vecchio adagio - scrive Gregori - che dice “piove governo ladro”. Mi sembra questo il metodo di lavoro dei rappresentanti dell'opposizione in Consiglio comunale; ad ogni nuovo atto di disordine e di violenza, ad ogni rissa fra immigrati e episodi di spaccio di droga ecco che il colpevole viene individuato nell'Amministrazione comunale e, nello specifico, nell'assessore alla Polizia municipale». Chiosa l'assessore: «Talvolta grandi elogi alle forze dell'ordine e la richiesta al Comune perchè, con i soldi dei cittadini, assuma dei vigilantes. Sembra di vivere una eterna campagna elettorale, dove la polemica e il tentativo di racimolare qualche voto in più fanno agio sulla ragionevolezza e sulla ricerca di utili comuni soluzioni». Gregori prosegue: «Non riconoscere che questa giunta comunale, a partire dal sindaco, ha fatto della sicurezza uno dei principali obiettivi significa chiudersi gli occhi per non vedere». «I problemi ci sono», ma continua l'assessore «non li possono risolvere da soli, e lo abbiamo detto tante volte, gli agenti della Polizia municipale, sulla cui attività è ancora fresco di stampa il rendiconto relativo al 2006». Quindi Gregori comunica che domani, giovedì 22 febbraio, alle ore 12,00, «si svolgerà un incontro presso la Prefettura, convocato su nostra richiesta». La conclusione: «L'ordine pubblico non è compito della Polizia municipale, anche se riconfermiamo e riconfermeremo al Prefetto la nostra volontà di collaborare. I signori che tanto si agitano e si indignano per i fenomeni di criminalità della nostra città potrebbero, ogni tanto, inviare le loro proteste agli indirizzi giusti!».
179/07

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