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Comune di Prato

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23/03/2007 16:43
Ambiente L'assessore Curcio risponde a Becheri (Rc) sullo studio sull'area

Baciacavallo, un'azione comune per mantenere alta l'attenzione

Gida sta predisponendo un piano di rinnovamento tecnologico degli impianti di depurazione per mitigare gli effetti ambientali
«Gli studi scientifici escludono una relazione diretta tra l'impianto di depurazione di Baciacavallo e l'insorgenza di alcune tipologie tumorali, ma la soglia d'attenzione per migliorare la situazione ambientale rimane ugualmente alta, in una logica di prevenzione e precauzione». Così l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio ha risposto ieri in Consiglio comunale al question time presentato dal capogruppo di Rifondazione comunista Leonardo Becheri sulle indagini svolte sull'impatto sulla salute del depuratore di Baciacavallo dall'Istituto superiore di sanità, dalle Asl di Prato e di Firenze, dal Comune di Prato, da Arpat, dalla stessa Gida, dall'Università di Firenze e dal Cspo (Centro di epidemiologia ambientale dell'Università di Firenze). Erano presenti tra il pubblico anche alcuni rappresentanti del comitato cittadino di Casale. In particolare il consigliere ha chiesto perchè sono state prese in esame solo certe patologie, se sono previste analisi del terreno circostante, e come l'Amministrazione intende procedere, «visto il conclamato aumento di patologie nelle vicinanze dell'impianto». L'assessore Curcio, ribadendo quanto già detto nella recente presentazione dei risultati dello studio al Consiglio circoscrizionale sud, ha spiegato che in realtà dalla sintesi degli studi svolti nell'arco di quindici anni l'area di Baciacavallo non risulta più inquinata di altre nella piana: «L'inquinamento rilevato non è maggiore rispetto ad altre zone anche lontane dall'impianto. Non vi è quindi una conclamata presenza di patologie, ma degli elementi critici che comunque meritano di essere indagati ed approfonditi: ogni ente secondo la propria competenza dovrà agire per mitigare gli effetti sull'ambiente. Per quanto riguarda la scelta delle patologie da analizzare, non è stata certo l'Amministrazione comunale ad indicarle, ma il Cspo, che ha preso in esame quelle a carico dell'apparato respiratorio perchè è il più esposto all'inquinamento atmosferico». Rientra nell'ottica della prevenzione e del miglioramento dell'ambiente il piano di adeguamento e ammodernamento degli impianti che Gida sta predisponendo per il trattamento dei fanghi: «La sorveglianza e il controlo sanitario della Asl proseguiranno comunque in tutto il territorio provinciale - ha concluso l'assessore, - come il monitoraggio di Arpat, che continuerà attraverso tecnologie sempre più avanzate». Il capogruppo Becheri ha replicato che «uno dei dati che emerge chiaramente è che tutta la piana presenta un inquinamento eccessivo, su cui bisogna intervenire».

cb

300/07

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