20/04/2007 15:40
Cultura
L'inaugurazione prevista per sabato 21 aprile
Gemine Muse alla Quadreria e in Palazzo Datini
Espongono due giovani artisti: Matteo Cocci e Mauro Moriconi
L’assessorato alla Cultura anche quest’anno partecipa a “Gemine Muse”, la rassegna di arte contemporanea promossa da Gai (l'ssociazione per il circuito dei giovani artisti italiani) e Cidac (l'associazione tra le città d’arte e cultura), in collaborazione con Darc – Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee del ministero per i Beni e le attività culturali. L’iniziativa coinvolge 24 città italiane, 140 artisti e 42 curatori.
“Ritratti e manoscritti come biografie potenziali” è il tema individuato dal Comune di Prato per l’edizione 2006-2007 realizzata in collaborazione con il Centro di arte contemporanea L. Pecci e curata da Stefano Pezzato, mentre gli spazi espositivi che accoglieranno le opere sono la Quadreria di Palazzo Comunale e Palazzo Datini.
La quinta edizione di Gemine Muse, che si svolgerà dal 21 aprile al 1 luglio 2007, si presenta quest’anno con una formula rinnovata. Proporrà, infatti, una serie di percorsi contemporanei a tema, tracciati tra storia e arte, a cura dei protagonisti della rassegna.
Nel corso dell’inaugurazione, prevista per sabato 21 aprile, partendo alle ore 17,00 dalla Quadreria di palazzo Comunale per poi proseguire, alle ore 18,00, all’Archivio di Stato (Palazzo Datini), i due giovani artisti selezionati, Matteo Cocci e Mauro Moriconi, presenteranno al pubblico alcune loro produzioni.
La pittura di Matteo Cocci si sviluppa attraverso un’originale sedimentazione di segni enigmatici e forme sintetiche. Incise nel bitume e impresse su fogli applicati su tavole, queste tracce mnemoniche si stagliano al confine fra l’onirico e il tangibile, fra il grottesco e il ragionevole. Sono umori, brandelli di scrittura, squarci visionari confluiti in opere che possono essere considerate le ultime eredi dell’automatismo surrealista e della spontaneità primitiva dell’Art Brut.
I dipinti di Mauro Moriconi sono frutto di sperimentazioni grafiche, ma soprattutto di impulsi interiori che conducono l’artista a raffigurare la donna del desiderio o a combinare frammenti di realtà in forme astratte. Con una tecnica desunta dal décollage di Mimmo Rotella, Moriconi elabora un personale campionario di immagini sovrapposte, virate da stampe originarie, solcate da cancellature e graffiti che ne rendono più ambigua la presenza.
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