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Comune di Prato

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23/04/2007 13:37
Anniversari Il programma delle celebrazioni del Comune

Il 62° anniversario delle Festa di Liberazione nazionale

Al Magnolfi il 24 aprile lo spettacolo teatrale 'Nome di battaglia: Lia', il 25 il corteo e la commemorazione in piazza del Comune
Inizia domani 24 aprile con uno spettacolo teatrale il programma di festeggiamenti del Comune di Prato per il 62° anniversario della Liberazione nazionale dall'occupazione nazi-fascista. Il Teatro Magnolfi nuovo ospiterà domani alle 21.15 'Nome di battaglia: Lia', spettacolo dell'Associazione culturale Teatro della Cooperativa, testo e regia di Renato Sarti, che racconta una delle pagine più belle e commuoventi della Resistenza nei giorni della liberazione di Milano. Gli interpreti sono Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti, le musiche di Carlo Boccadoro. L'ingresso è libero. Nel giorno della ricorrenza della festa, mercoledì 25 aprile, il programma prevede alle 8.00 la deposizione di corone d'alloro ai cippi e monumenti ai Caduti sul territorio comunale a cura dei presidenti delle Circoscrizioni. Alle 8.45 in piazza S.Maria delle Carceri Alzabandiera a cura delle associazioni combattentistiche e d'Arma. Alle 9.30 la Messa in Duomo e alle 10.30 partenza dalla piazza del corteo che attraverserà le vie del centro per raggiungere il monumento ai Caduti di p.S.Maria delle Carceri, dove sarà deposta una corona d'alloro. Parteciperà il sindaco Marco Romagnoli, accompagnato dal Gonfalone del Comune, dal Corpo dei Valletti e dalla banda municipale Cesare Ciardi. Alle 11.00 in piazza del Comune, dopo il saluto del sindaco, l'intervento commemorativo sarà tenuto dal professor Ivan Tognarini, docente all'Università di Siena e presidente dell'Istituto storico della Resistenza in Toscana. Nel pomeriggio, alle 17.00, le celebrazioni saranno chiuse dal concerto bandistico della filarmonica Pietro Mascagni di Iolo. 'Nome di battaglia: Lia' narra la storia del quartiere 'Niguarda' a Milano e del ruolo particopalre che ebbero le donne dei suoi cortili. Il Niguarda si liberò il 24 aprile 1945 con un giorno di anticipo su Milano, e fu proprio quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra nazisti in fuga, moriva -incinta di 8 mesi- Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, une delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna. Quest'ultimo vantava a Milano ben 40.000 aderenti, oltre 3000 attiviste; assisteva i militari abbandonati da un esercito allo sbando, assisteva economicamente le famiglie in cui il marito, il padre era nei lager o in carcere, era parte integrante dei Gruppi Volontari della Libertà e del Comitato Cittadino del C.N.L., compiva manifestazioni e comizi improvvisati nei mercati rionali o in altre zone della città, forniva staffette in operazioni delicate, stampava 'Noi donne', un foglio clandestino precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle spalle delle donne ricadeva gran parte del peso della realtà quotidiana, fatta di bambini e anziani da accudire nel freddo, nella fame, nelle malattie. Un ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente, dedicato alle donne ad al loro coraggio. Un testo basato su testimonianze dirette del nostro recente passato, che attraverso la riscrittura drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico. Emblematiche le ultime parole di Lia prima di morire: 'Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo'

cb

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