30/04/2007 13:59
Comune
Il saluto per il 1° Maggio a Cgil-Cisl.Uil
«Bisogna ripartire dal lavoro»
«Ripartire dal lavoro è una condizione imprescindibile per un paese moderno». Con queste parole, in un messaggio inviato ai segretari confederali di Cgil (Manuele Marigolli), Cisl (Gabriella Melighetti), Uil (A.Lisa Nocentini), il sindaco di Prato Marco Romagnoli saluta il 1° Maggio e le lavoratrici e i lavoratori pratesi.
Di seguito il messaggio del sindaco per la Festa del Lavoro:
«Cari segretari, attraverso voi, e le vostre organizzazioni, intendo esprimere il saluto mio personale, e a nome dell’Amministrazione comunale, alle lavoratrici e ai lavoratori pratesi, in occasione della Festa del Lavoro.
“Ripartire dal lavoro”, è lo slogan che Cgil-Cisl-Uil hanno scelto quest’anno per l’ormai tradizionale concerto del 1° Maggio, a Roma. E’ uno slogan non solo condivisibile ma che ritengo debba improntare le politiche pubbliche, sia in campo nazionale che europeo.
Il lavoro, basta leggere anche i dati europei in materia di distribuzione del reddito, ha subito nel corso degli ultimi anni un processo di svalutazione, anche per quanto riguarda i valori che ha rappresentato e che hanno alimentato le nostre democrazie.
C’è davvero bisogno, anche nel delineare un’economia moderna, di ripartire dal lavoro, di promuovere il lavoro come elemento fondante di una società avanzata, pure in tempi di globalizzazione, che richiedono un nuovo modo di strutturarsi delle attività produttive.
L’idea che non occorra più investire nel capitale umano, nella professionalità e, quindi, nell’innovazione, è un’idea che non regge neppure sul piano della concorrenza internazionale.
Non si tratta di concepire il lavoro senza cogliere i cambiamenti e le trasformazioni che ci sono stati. Non si esce dalla crisi, che ancora è presente nonostante alcuni segnali di ripresa, del nostro sistema produttivo, se non si fa leva sull’innovazione e quindi sul capitale sociale rappresentato da migliaia e migliaia di persone.
E’ evidente che c’è un problema di tutele, in relazione ad un diffuso precariato, di sicurezza, sociale e nei luoghi di lavoro, di diritti negati. Quando, anche a Prato, abbiamo sollevato con forza il problema della legalità, volevamo richiamare anche questo aspetto di persone sfruttate, a cui è negata ogni dignità.
E c’è un una questione legata all’occupazione, alla perdita di posti di lavoro, e alla necessità comunque di non disperdere un ricco patrimonio umano.
Per questo, nelle politiche pubbliche, anche locali, abbiamo cercato di mantenere alto il livello dei servizi e il livello del nostro Stato sociale, nella convinzione che la coesione sociale è una garanzia di futuro.
Per questo c’è bisogno di politiche pubbliche, nazionali, che assicurino un nuovo Welfare, che diano sicurezza e prospettive ai giovani, che consentano alle lavoratrici e ai lavoratori di immaginarsi un futuro non dominato dall’incertezza.
Ripartire dal lavoro è una condizione imprescindibile per un paese moderno».
420/07
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