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Comune di Prato

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18/05/2007 15:27
Consiglio Comunale Lo statuto 'ritoccato' per la riorganizzazione dell'ente

Pecci, il dibattito in aula sulle modifiche statutarie

Per la maggioranza supportano il rilancio del Pecci verso l'obiettivo del Centro regionale, per l'opposizione sono inefficaci
Le modifiche allo statuto del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci sono state accolte in modo differente da maggioranza e opposizione nella seduta del Consiglio comuanle di ieri (17 maggio): la prima le ritiene un appoggio per il rilancio della struttura verso la promozione a Centro di interesse regionale, la seconda inadatte allo scopo. Il dibattito si è allargato anche all'impegno economico del Comune e al ruolo dei soci. Dopo l'illustrazione dell'assessore alla Cultura Andrea Mazzoni ha aperto la discussione Maurizio Bettazzi di An: «C'è il contributo della Regione, è vero, ma la parte più consistente spetta al Comune. E' davvero utile impegnare 4 milioni delle nostre risorse senza sapere chi saranno i partner del progetto? Il Comune ha già speso 1.800.000 euro per acquistare la collezione permanente del museo, che comunque sarebbe entrata nel patrimonio comunale in caso di scioglimento. Bisognerebbe per questo che gli accordi fossero messi nero su bianco, più che fare accordi politici». Luciano Bartolotti dei Ds ha puntato il dito contro l'imprenditoria cittadina: «E' evidente il disinteresse del mondo dell'imprenditoria locale per gli eventi culturali e sportivi, non c'è più la volontà di mettersi in gioco, come invece ha fatto il Comune. La scommessa che si può vincere è riportare colore e forza ad una città in crisi proprio attraverso il canale della cultura». Il concetto è stato rinforzato da Luca Roti, capogruppo della Margherita: «Prato è attanagliata anche da una crisi di idee e di volontà, oltre che di carattere economico, altrimenti non si capisce perchè enti che 20 anni fa hanno creduto nel Centro e l'hanno fondato ora si tirano indietro o quasi. Il Pecci è un'istituzione importante e di prestigio e ha bisogno di un sostegno economico, di fronte all'opportunità di diventare Centro regionale, che il Comune non può reggere da solo». Ha replicato alle affermazioni Roberto Baldi di Forza Italia, che ha giudicato negativamente anche la scelta di sostituire il comitato dei sindaci con un revisore unico dei conti: «Il vero problema da affrontare non è che gli imprenditori non rispondono, ma perchè non rispondono. Uno dei motivi è che c'è sempre stata una gestione unidirezionale del Pecci, un monopolio che si tiene a mantenere. L'Ammininistrazione vuole solo a parole la collaborazione, ma poi restringe anche il collegio dei revisori». Nel dibattito è intervenuta anche Elisabetta Carullo dei Ds, presidente della Commissione consiliare Affari istituzionali, che ha lavorato all'elaborazione delle modifiche statutarie: «Mentre l'opposizione ripete le sue cantilene di critiche, l'Amministrazione comunale, il sindaco e la giunta sono stati in grado di produrre fatti e non parole. Il Pecci grazie al lavoro compiuto in questi ultimi anni vive una nuova era: solo due anni fa era sulla soglia della chiusura e ora ha invece concluso un grande successo nazionale con la mostra di spoerri, giudicata una delle prime in Italia quest'anno». «Abbiamo fatto la cantilena anche quando il Comune ha ricomprato opere che erano già sue, al contrario della maggioranza - ha risposto Rita Pieri di Forza Italia - Siamo indignati perchè il Comune ha dovuto accollarsi tutte le responsabilità economiche anche al posto degli altri soci. Non vedo nelle modifiche allo statuto un cambiamento reale e fatti concreti che possano far parlare di un cambio di direzione». Per Aurelio Donzella dell'Italia dei valori invece la nuova struttura organizzativa che emerge dallo statuto dell'ente risponde alle sue nuove finalità.

cb

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