19/05/2007 13:48
Cerimonie
Nell'anniversario delle stragi in cui furono uccisi
Ricordati Falcone e Borsellino
«Non si puà ammettere che il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sia stato inutile». Con queste parole il sostituto procuratore Antonio Ingroia, che sta per rientrare nella Procura distrettuale antimafia di Palermo, ha ricordato i due magistrati, uccisi quindici anni orsono in due attentati, nella cerimonia promossa dal Comune di Prato e dall'associazione “Falcone e Borsellino”, presieduta da Enzo Picardi, che ogni anno, in occasione della ricorrenza delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, commemora la loro scomparsa.
Il sindaco di Prato Marco Romagnoli, il prefetto Eleonora Maffei, il presidente del Tribunale di Prato Salvatore Palazzo, e i magistrati Antonio Ingroia e Alfonso Sabella, che presero parte alle investigazioni subito dopo le due stragi, hanno deposto una corona di alloro al cippo che ricorda Falcone e Borsellino, posto davanti al Tribunale, nella piazza intitolata alla loro memoria.
Gonfaloni schierati della Provincia e dei Comuni pratesi, con la partecipazione dell'on. Andrea Lulli e del consigliere regionale Fabrizio Mattei, nonchè del vicario della Diocesi don Eligio Francioni, per una cerimonia, che coma ha detto il giudice Sabella, «ci deve far ricordare non solo il sacrificio di due magistrati, ma anche il fatto che la lotta all'illegalità deve contrassegnare i nostri quotidiani comportamenti».
E su questo argomento ha insistito anche il sindaco Romagnoli, nel breve discorso conclusivo: «Il ricordo di Falcone e Borsellino deve farci sempre più acquisire la consapevolezza che la legalità, la difesa delle istituzioni, la sicurezza dei cittadini non possono delegarsi solo a chi è deputato a farlo. La legalità è un valore civico, il basamento della convivenza civile, che riguarda tutti noi cittadini».
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