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Comune di Prato

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05/06/2007 12:17
Appuntamenti Giovedì 7 giugno, ore 10,30, all’Auditorium del Museo Pecci

Si apre a Prato il convegno “Comunicare l’innovazione”

Una giornata all’insegna del confronto fra giornalismo e tecnologie digitali
Come parlano i media dell’innovazione. Che idea di innovazione ci possiamo fare leggendo i giornali. Quali sono i meccanismi che contribuiscono a rendere la nozione di innovazione significativa? Questi alcuni dei quesiti che verranno affrontati nel corso del convegno “Comunicare l’innovazione” che si terrà giovedì 7 giugno, ore 10,30, presso l’Auditorium del Museo Pecci di Prato. Un seminario, organizzato nell’ambito del progetto Interreg IIIC DISTRICT, Regione Toscana e Prato Agenda del Comune di Prato, per riflettere sull’uso giornalistico della parola innovazione. Ne discuteranno Giuseppe Burschtein, Daniele Pugliese, Leonardo Masotti, Carlo Sorrentino, Guido Chelazzi, Antonio Sofi, Guido Romeo, Andrea Granelli e Massimo Bressan. Il mondo della ricerca, le imprese, le istituzioni e il sistema dei media si interrogheranno sugli scenari tecnologici, gli assetti e le conoscenze necessarie per costruire una narrazione della trasformazione capace di interpretare, in modo adeguato, attori, bisogni e istanze sociali emergenti nella società della conoscenza. Obiettivo del workshop quindi è mettere a fuoco il rapporto tra la nozione di innovazione ed il suo utilizzo nel sistema mediale italiano ed europeo. Lo spunto è dato da una ricerca condotta dall’Università di Firenze che, attraverso un’analisi qualitativa di 6 mesi di rassegna stampa italiana, ha messo in evidenza alcuni procedimenti che hanno contribuito, nel corso degli ultimi anni, a fare dell’innovazione un termine talvolta abusato. Dal punto di vista strettamente quantitativo, quello che è emerso nel corso della ricerca – che è stata condotta su un campione di circa 1500 articoli raccolti nella stampa quotidiana nell’arco di poco più di 5 mesi - è innanzitutto un aumento del numero degli articoli all’interno dei quali viene utilizzata la parola innovazione. In tre anni questo numero è raddoppiato, segnando in questo modo l’importanza che il termine ha assunto nel discorso giornalistico. In secondo luogo il suo utilizzo è generalmente riconducibile ad alcune macrocategorie che riducono l’innovazione a pochi campi tematici come l’economia, la politica, l’industria e la ricerca, comprese le nuove tecnologie. Per quanto riguarda invece l’aspetto qualitativo, sempre secondo i dati della ricerca l’uso del termine innovazione si colloca in un contesto che può essere riassunto attraverso una serie di elementi che ricorrono con maggiore frequenza negli articoli. Si tratta di coppie di opposti che descrivono il rapporto tra settore pubblico e privato, ma che rappresentano anche l’importanza innovativa in ambiti di instabilità o stabilità economica, di sviluppo sostenibile o non sostenibile nel quadro di un’emergenza climatica diffusa. Che definiscono inoltre realtà in cui l’innovazione è presente confrontandole ad altre in cui è ancora da avviare e infine, collocando l’innovazione in un contesto di PMI o di grande impresa. Di qui la necessità di rivedere il significato di innovazione prima attraverso un lavoro di analisi capace di comprendere come l’innovazione si realizza e si manifesta nella società, e successivamente, modificando, con nuovi linguaggi, nuovi strumenti e nuove professionalità, il trattamento che ne viene fatto dal punto di vista giornalistico. La tavola rotonda avvierà una discussione sulle opportunità offerte dalla tecnologia dell'informazione e della comunicazione nei diversi media, supportata da video interviste a protagonisti di progetti e brevetti innovativi. Fra questi Paolo Dario, direttore del laboratorio di ricerca applicata alla micro e nanotecnologia del Polo Sant’Anna, vincitore del “Well-Tech Award 2007”. Nozione strategica nella comunicazione pubblica e nei media in generale, l’innovazione caratterizza tutti i settori produttivi: una parola chiave per raccontare e comprendere il cambiamento e un processo necessario per riconfigurare il sistema economico verso una società della conoscenza che investa soprattutto in ricerca e formazione. L’interrogativo che si pone oggi è quello di provare a capire se i media sono in grado di raccontare la trasformazione, con quali strumenti e se la nozione di “innovazione” è sempre adeguatamente utilizzata. L’incontro intende essere quindi un momento di aggiornamento e di riflessione sul potenziale innovativo e sulle tendenze emergenti nella sempre più stretta interazione tra giornalismo e tecnologie digitali.
544/07

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