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Comune di Prato

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06/06/2007 12:52
Conferenza stampa Con una mostra aperta dal 7 al 30 giugno

Omaggio di Prato al pittore greco Condoianni

Figura e paesaggio tra Grecia e Italia 1963-2000. L'esposizione nelle Antichie Stanze di S. Caterina e al Cassero medievale.
Prato rende omaggio al pittore greco Costantino Condoianni con una grande esposizione, curata dall'assessorato alla Cultura, che sarà inaugurata domani 7 giugno, nelle Antiche Stanze di S. Caterina e al Cassero medievale. L'artista è vissuto a lungo in Toscana e in particolare a Prato dove ha realizzato molte delle sue amate «figure umane» impersonate da amici pratesi, ora ripresentate per la visione, il gusto e la comprensione del pubblico cittadino che potrà ammirarle in questa mostra che resterà aperta fino 30 giugno prossimo. Già presente a Prato nel 1985 con una retrospettiva personale anch’essa curata dalla amministrazione comunale, oggi si ripropongono alcuni capolavori di Costantino Condoianni grazie anche all’iniziativa da parte di diversi collezionisti pratesi, legati all’arte serena e astrattamente figurativa del maestro. Cresciuto alla Scuola Superiore di Belle Arti di Atene dove si laurea nel 1954, Condoianni frequenta l’Accademia fiorentina e ne respira l’aria intrisa dall’eterno rinascimento figurativo: si delinea così la sua tendenza personale, che prende le distanze dall’espressionismo post-moderno col quale si confronta nel 1963, quando la Galleria Martelli espone le sue opere insieme a quelle dei più celebri maestri italiani: Guttuso, DeChirico, Sironi, DePisis e altri. Premiato in numerosi concorsi nazionali (il “Vittorio Vega”, il “Masaccio” e, a Bologna, la “gran Medaglia d’oro della Città”) e riconosciuto in Grecia per il suo contributo all’arte contemporanea, emerge dal suo lavoro, già a partire dagli anni Sessanta, quell’umanesimo, appreso spontaneamente dalla provenienza greco-latina. Condoianni mantiene al contrario l’astrattismo come mezzo per mostrare l’anima e il messaggio della persona ritratta, per riproporli con la forza della sua idea platonica dell’uomo e dell’arte. «Credo moltissimo nell’astrazione, che per me significa un’importante conquista, qualcosa di paragonabile al discorso platonico. Tuttavia, spinta all’estremo, l’astrazione porta all’annullamento. Io invece amo la figura umana: perciò l’astrazione per me è un mezzo per esprimerla meglio, non per eliminarla» - scriveva di sé nel 1999, un anno prima della morte avvenuta in Grecia.
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