27/07/2007 15:59
Consiglio Comunale
Domanda di attualità di Caregnato per la chiusura dell'impianto
Caso emissioni di Montale, «Prato non è coinvolta»
Il raggio di ricaduta è di 3 km. Curcio: «Occorre una riflessione sugli scenari che si aprono ora sullo smaltimento dei rifiuti»
«Il raggio di ricaduta della diossina emessa oltre i limiti dal termovalorizzatore di Montale è di 3 km, che esclude il territorio comunale di Prato». Così l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio ha risposto ieri in Consiglio comunale alla domanda d'attualità presentata dal consigliere Ds Fabio Caregnato sui recenti superamenti dei limiti d'attenzione per il parametro delle diossine che hanno determinato la chiusura dell'impianto di smaltimento di Montale. L'assessore ha chiarito che gli esuberi sono avvenuti a causa di un guasto tecnico per un periodo circoscritto di tempo: «Sono già state adottate misure tecniche di contenimento del guasto e il problema è sotto controllo: il nostro territorio non è immediatamente interessato, ma abbiamo ugualmente richiesto all'Arpat di Pistoia di fornirci la relazione sull'accaduto. La chiusura dell'impianto non comporta poi conseguenze per lo smaltimento dei rifiuti pratesi, che attualmente non vengono conferiti a Montale».
La discussione sul caso si è allargata ad una più ampia riflessione sull'accordo interprovinciale tra la Regione, Prato, Firenze e Pistoia per lo smaltimento dei rifiuti nell'area metropolitana, di cui l'impianto di Montale è un perno. Tra le richieste infatti Caregnato chiedeva se la giunta «non ritenesse opportuno, alla luce dell'accadimento, attivare un'ulteriore riflessione sulla soluzione impiantistica prospettata dagli accordi». «Non sono ammessi ritardi nella soluzione del problema dei rifiuti in un territorio come il nostro - ha risposto l'assessore Curcio - La situazione del termovalorizzatore di Montale è sotto controllo per il problema dei guasti, ma per le amministrazioni locali e le società di gestione firmatarie dell'accordo è doveroso accelerare sulla soluzione dello smaltimento rifiuti, anche per l'avvicinarsi del 2010, in cui i rifiuti dovranno essere ridotti del 15% e la raccolta differenziata aumentare fino al 60%. Perchè il protocollo firmato regga occorre la certezza della quantità di rifiuti da termovalorizzare». Caregnato si è detto pienamente soddisfatto delle risposte ottenute e ha ripreso il filo dello scenario che si apre con gli ultimi fatti: «Non essendo stata annunciata la data di riapertura dell'impianto di Montale viene a mancare una struttura cardine dell'accordo. Si apre comunque il problema sulle capacità di gestione e chiusura del ciclo dei rifiuti a livello interprovinciale di una struttura vecchia».
cb
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