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Comune di Prato

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22/09/2007 12:43
Consiglio Comunale Il dibattito del Consiglio straordinario sul nuovo ospedale

Rossi: «L'area vasta è il metro di valutazione dei posti letto»

La questione delle dimensioni del nuovo nosocomio è stata al centro dell'intervento dell'assessore regionale Enrico Rossi e del dibattito
«La questione dei posti letto va inquadrata in un quadro di area vasta, riorganizzazione sanitaria e di ottimizzazione delle risorse: intanto partiamo con i lavori del nuovo ospedale, la Regione è aperta al confronto e non esclude l'ampliamento di alcuni settori o di alcuni padiglioni per la 'long care' se ce ne sarà bisogno. L'importante è considerare la sanità pubblica come un servizio in evoluzione, altrimenti sarebbe marginale e costerebbe di più senza coniugare la maggior spesa agli standard qualitativi necessari». Così ieri l'assessore regionale alla Sanità Enrico Rossi ha risposto alle domande e alle sollecitazioni uscite dal Consiglio comunale straordinario dedicato a 'Il nuovo ospedale di Prato: prospettive per una nuova organizzazione sanitaria'. Il tema dei posti letto e del nuovo nosocomio come struttura inserita in una rete di servizi territoriali sono stati al centro del dibattito. Ad aprire la discussione è stato il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi: «Nutriamo serie preoccupazioni sulle dimensioni del nuovo ospedale pratese in rapporto alla popolazione, anche perchè la rete di supporto non ha l'efficienza che si dice. Vi è la certezza che 540 posti letto bastino di fronte al fatto che Prato è l'unica città d'Italia in crescita demografica, che gli immigrati sono tra i 35.000 e i 40.000 e che il bacino d'utenza riceve utenti anche da Agliana, Montale, Campi e Calenzano?». Anche il collega Roberto Baldi ha sottolineato che 'le dimensioni non sono solo un fatto aritmetico, ma devono tener conto anche delle particolarità della popolazione'. «Prendiamo favorevolmente atto delle parole del direttore dell'Asl 4 Bruno Cravedi in quest'aula - ha detto il capogruppo di Alleanza nazionale Gianni Cenni, - che ha riaperto il percorso sulle scelte, segno che i giochi non sono ancora stati fatti sull'ospedale e che non siamo davanti ad un progetto standard, frutto della scarsa partecipazione che ha segnato la nascita del progetto. La rete dei servizi è ancora lacunosa: manca ad esempio un centro di riabilitazione ed un sistema consultoriale ed è tuttora molto nebulosa anche la Società della salute». L'apertura di Cravedi è piaciuta anche al capogruppo della Margherita Luca Roti: «Il direttore Cravedi ha confermato che ci sono margini di manovra ed elementi di novità, di fronte ai cambiamenti che la città vive per la popolazione, l'immigrazione e il tessuto economico. In questo processo la Società della salute sta già creando le condizioni per creare una rete intregrata di servizi per la salute dei cittadini». Un diverso punto di vista è stato espresso dal neo-capogruppo dei Ds Luciano Bartolotti: Quello dei posti letto è un modulo di valutazione sbagliato. Quello che conta è avere una struttura moderna e funzionante, che ha già le caratteristiche della centralità e dell'accessibilità grazie anche alle scelte compiute dall'Amministrazione comunale». «Dobbiamo tener conto della riorganizzazione sanitaria, non solo dell'edificio in sè - ha aggiunto Lavinia Rosseti dei Ds - L'obiettivo è la salute nel suo insieme, intesa come benessere delle persone, che si crea anche nell'ospedale, ma nasce sul territorio. L'ospedale deve essere quindi inserito in una rete di servizi territoriali organizzata per aree funzionali a diversa intensità di cura». Un giudizio positivo sul sistema sanitario pratese e sull'ospedale e le sue prospettive è stato espresso da Massimo Taiti della lista Taiti per Prato, mentre il capogruppo dei Verdi Tommaso Rindi ritiene 'la Società della salute un grande strumento di conoscenza per la programmazione degli interventi, in cui l'ospedale rappresenta il fulcro della rete, ma lo sviluppo del sistema non è l'ospedalizzazione'. Maria Grazia Ciambellotti della Margherita ha sottolineato l'importanza della prevenzione per non roiorrere al ricovero in ospedale e ai tratti di 'territorialità ed umanizzazione che la nuova sanità deve avere'. «Identificare la sanità con l'ospedale è frutto di una cultura obsoleta - ha affermato il capogruppo dell'Italia dei Valori Aurelio Donzella - La lunghezza delle liste d'attesa per gli esami e il sovraffollamento del Pronto soccorso sono mali che affliggono gli ospedali di tutta Italia anche perchè manca la cultura della prevenzione. Un'opportunità per uscire da questo modello è la Società della salute». Il capogruppo di Rifondazione comunista ha invece dedicato il suo intervento al ruolo fondamentale che deve avere la politica, come espressione della società locale, nella definizione delle scelte sulla sanità e nel confronto, aggiungendo di «condividere la filosofia di fondo che sta alla base di una nuova concezione dell'ospedale, inserito in un sistema di cura più ampio e territoriale, ma che il problema dei posti letto è da affrontare concretamente di fronte ad una città in crescita».

cb

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