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Comune di Prato

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09/10/2007 14:45
Immigrazione Permetterà l'incrocio delle banche dati degli enti

Un software del Comune per i controlli sulle imprese straniere

L'obiettivo è far 'dialogare' i database per facilitare i controlli su evasione e illegalità
Un sistema innovativo in Italia che permette di incrociare le banche dati on line e far 'dialogare' tra loro gli archivi informatici dell'Agenzia delle entrate, dell'Inps, dell'Inail, del Comune, della Provincia e della Camera di commercio per stringere le maglie dei controlli sull'imprenditoria straniera: è questo il progetto a cui stanno lavorando gli assessorati comunali alla Multiculturalità e allo Sviluppo economico, in collaborazione con il Ced, su cui il Comune chiederà la collaborazione del Governo. Alla base vi è lo stradario che il Comune utilizza per la scuola e per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa, per evitare abusi ed usi impropri, anche da parte dei proprietari, delle abitazioni affittate a stranieri. Praticamente utilizzando la toponomastica si potrà verificare il pagamento di Ici, Tia, dei versamenti contributivi e il rispetto delle normative sul lavoro e la sicurezza. L'iniziativa è stata presentata ieri alle Commissioni consiliari Economia e Politiche sociali, presiedute da Luca Roti e Luciano Bartolotti, in seduta congiunta per discutere dell'evoluzione e del ruolo delle aziende gestite da cittadini stranieri nel distretto pratese. Erano presenti gli assessori Fabio Giovagnoli allo Sviluppo economico e Andrea Frattani alla Multiculturalità e l'analista della Camera di commercio Dario Caserta. Sul tavolo c'era infatti l'ultimo dossier sui dati 2006 dell'imprenditoria straniera nella Provincia di Prato elaborati dalla Camera di commercio, da cui emerge un ulteriore aumento delle imprese gestite da extracomunitari, pari al 22,2%. Traducendo la percentuale, significa 4500 aziende completamente straniere, più altre 500 a conduzione mista con italiani. La parte del leone la fanno ancora i cinesi, con un incremento del 23,35%, pari a 2991 ditte attive. Un numero esorbitante, se si fa ad esempio un parallelo con Milano, dove le imprese cinesi sono 2800, ma spalmate su circa 1 milione e mezzo di abitanti. La caratteristica è che si tratta prevalentemente di microimprese a conduzione individuale, quindi con un regime fiscale semplificato rispetto alle società di capitali (l'87% delle ditte cinesi), e con una vita media di soli due anni. Il turn over sfiora infatti il 50% e sale al 60,2% nel caso degli orientali: «Vi sono chiari elementi patologici che emergono dall'analisi della Camera di commercio - spiega Giovagnoli - Le ditte cinesi si concentrano prevalentemente sul settore manuifatturiero, delle confezioni, abbigliamento e maglieria, un comparto praticamente ormai sparito in Europa per la delocalizzazione delle imprese. Una simile occupazione del settore non potrebbe svilupparsi a questo ritmo se non abbattendo i costi del lavoro e della sicurezza. La manodopera di cui si avvalgono è cioè a costi da Paesi in via di sviluppo. Le cifre indicano inoltre che Prato è diventata una base logistica di smistamento delle merci che vengono dalla Cina, anche portando a termine l'ultima fase di lavorazione ed etichettatura». La fiscalità semplificata di cui godono le ditte individuali, non vincolate alla contabilità ordinaria, rende difficili i riscontri bancari e permette pertanto il mantenimento di ampie sacche d'illegalità. A complicare la situazione è poi appunto la mancanza d'integrazione tra i database degli enti, per cui le microimprese sfuggono più facilmente ai controlli. Proprio su questo aspetto intende intervenire il progetto del Comune di Prato, che rende consultabili on line le banche dati e le incrocia sulla base della 'georeferenzialità': «Stiamo lavorando alla realizzazione di uno strumento che rende davvero utili i database e permette di facilitare i controlli sull'evasione e sul mancato rispetto della legge, facendo incroci nominativi con i fondi che risultano aperti in una strada per attività d'impresa - continua l'assessore Frattani - L'obiettivo è raggiungere l'integrazione economica, condizione indispensabile per arrivare all'integrazione sociale».

cb

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