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Comune di Prato

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25/10/2007 15:55
Economia Arriva in Consiglio l'iniziativa delle comunità tessili europee

Tessile, la petizione Acte per bandire prodotti nocivi

Giovagnoli: «E' un atto per la salute dei consumatori e contro la concorrenza sleale»
La novità, come dichiarata dall'assessore allo Sviluppo economico Fabio Giovagnoli, sta nel fatto «che, a livello europeo, l'impegno è condiviso dalle associazioni dei consumatori, non è solo una iniziativa del settore tessile e dei suoi sottosistemi: tessuti, abbigliamento, calzature e pelletterie». L'altra novità è nell'oggetto della petizione, contenente specifiche richieste alla Commissione europea e ai singoli stati membri dell'Unione: Acte, l'associazione che riunisce le comunità tessili europee, lancia una sorta di campagna d'opinione per la “qualità certificata” dei prodotti tessili; in altro modo ridurre i “nuovi rischi”, conseguenti all'apertura del commercio internazionale, provocati dall'immissione sui mercati di prodotti il cui processo di produzione è fuori controllo, poichè nel loro confenzionamento si usano spesso sostanze proibite in Europa. Per dirla con lo stesso Giovagnoli «i nuovi scenari possono determinare una maggiore esposizione dei consumatori a rischi per la loro salute». Il Consiglio comunale di Prato è una delle circa 70 assemblee elettive, diffuse in tutti i paesi dell'Unione europea, corrispondenti alle comunità aderenti ad Acte, nelle quali la petizione viene portata all'approvazione. «E' una questione della massima importanza - dichiara ancora l'assessore nonchè vice presidente di Acte Fabio Govagnoli - Una iniziativa a tutela della salute dei consumatori, ma anche un freno alla concorrenza sleale, perchè l'usare prodotti proibiti fa, in qualche modo, abbattere i costi, oltre ad esporre i consumatori ai pericoli collegati all'esposizione della pelle a sostanze irritanti e nocive». Per questo Acte chiede alla Commissione europea «di provvedere, di concerto con i ministeri competenti degli stati membri, e con gli attori economici e sociali, alla definizione del cosiddetto “rischio da prodotti della filiera tessile”»; di estendere, a tutti gli stati Ue, la creazione e messa in rete di banche dati nazionali, per monitorare le sostanze utilizzate nelle produzioni; di promuovere da parte degli stati membri, il coordinamento con le autorità sanitarie; di garantire la rintracciabilità dei prodotti della filiera Tac (tessile, abbigliamento, calzature e pelletterie); di promuovere e favorire lo sviluppo e l'utilizzo di tecnologie idonee per la tracciabilità dei prodotti; di organizzare campagne pubblicitarie per sensibilizzare i consumatori europei. Agli stati Ue Acte chiede di approvare la normativa comunitaria che renda obbligatoria, almeno sui prodotti della filiera Tac importati sul mercato interno, l'etichetta di origine; di individuare, anche con le associazioni dei produttori e le autorità sanitarie, il prodotto definito “non sicuro”; di dare attuazione al sistema di allerta, già definito dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel 2001, in base al quale le autorità preposte degli stati membri possono procedere ad ispezioni e prelievi, a campione, dei prodotti tessili nei luoghi dove si producono, vengono immagazzinati, venduti o consumati; di consentire ai dipartimenti degli stati membri, che effettuano i controlli, di sequestrare le merci; di costruire una rete di laboratori accreditati per le analisi chimiche; di provvedere all'istituzione di osservatori nazionali per le reazioni avverse da prodotti tessili e le dermatiti da contatto, favorendo a livello Ue lo scamio di informazioni, di studi e ricerche.
1054/07

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