27/10/2007 15:00
Urbanistica
L'esito del confronto coi gruppi della maggioranza consiliare
Declassata, variante in rampa di lancio
Maggiori standard urbanistici per verde, parcheggi, servizi, nessun aumento di volumetrie complessive rispetto alle previsioni del Piano Secchi, anzi il contenimento delle previsioni generali per gli interventi di lottizzazione privata, al contempo più liberalità nelle progettazioni e una “nuova architettura” di qualità, ma soprattutto la prevalenza dell'interesse pubblico «che deve essere il volano - nelle parole del sindao Marco Romagnoli - di un progetto di trasformazione che guarda al futuro e ad una maggiore qualità urbana», perchè poi, come affermato dal progettista Gianfranco Gorelli «una variante, con la sua anticipazione relativa alla Declassata, si fa partendo da un interesse pubblico, che nel caso specifico si chiama il polo espositivo e polivalente».
Vista dal circolo Arci Favini di Chiesanuova, dove si è riunita venerdì sera la maggioranza consiliare (gruppo democratico, Verdi, Comunisti italiani, Italia dei Valori), quella che si preannuncia è una lunga stagione urbanistica, di discussione e di confronto, che avrà i suoi presupposti in alcune modifiche al regolamento urbanistico, già da novembre in Consiglio comunale (l'approvazione definitiva del cosidetto allegato K per l'edilizia ecosostenibile; le modifiche all'art. 23 per le cosidette “aree di ristrutturazione”, per le quali si prevede di innalzare gli standard urbanistici, diminuendo i metri cubi destinati ad alloggi, che comunque dovranno avere una media di 50 mq per unità abitativa, insieme a soluzioni che contemplano più volumi se viente riservato almeno il 10% dell'edificato ad appartamenti in affitto, in modo da disporre di una percentuale doppia di alloggi a canone calmierato), e il suo culmine con la variante Declassata («che è solo un'anticipazione - ha dichiarato il sindaco - perchè è chiaro che vogliamo tenere insieme l'intero disegno, che prospetta ad esempio anche la valorizzazione del centro storico») sul finire dell'anno, cui poi seguirà la definizione del Regolamento urbanistico.
«Portiamo a conclusione un lungo lavoro - ha sentenziato l'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo - tutto teso a cogliere le trasformazioni della città e a verificare ciò che non ha funzionato nel precedente piano, senza per questo introdurre stravolgimenti o implementare previsioni. Un lungo lavoro di analisi. Ora abbiamo idee su come intervenire e su come farlo. Un lavoro di confronto e di analisi che porteremo all'attenzione del Consiglio e della città».
La “variante Declassata” costituisce, a tal proposito, l'anello di congiunzione fra il vecchio Piano e il procedimento generale di revisione degli strumenti urbanistici. Una “variante Declassata”, nelle poche anticipazioni fornite al circolo Favini, che contemplerà un polo espositivo di 40 mila mq («perchè da lì si parte»), che interesserà tutta l'area tagliata dal nastro stradale fino a Capezzana «praticamente l'intera parte a sud della città», che sarà munita di grandi quantità di dorsali verdi non solo relativamente al perimetro e dintorni dell'area ex Banci, ma anche attorno a via Nenni e a Capezzana («spazi pubblici di uso collettivo»), che connetterà con nuovi raccordi l'arteria alla viabilità urbana e di area metropolitana («l'obiettivo è di avere soluzioni indipendenti per il polo espositivo, in modo che il traffico non si scarichi sul resto), quest'ultima fondamentalmente costituita dalla terza corsia sulla A11 e dalla “metropolitana di supeficie” sulla linea ferroviaria Firenze-Prato («ci sono tutti i presuppoosti - ha dichiarato il sindaco - sia per la terza corsia, che si sta progettando, sia per avere treni veloci, perchè dal 2009 con la Tav si libereranno i binari oggi utilizzati dai convogli per Bologna»), che disporrà per questo di un tram che la unirà alla stazione centrale, studiando un tracciato che consenta in qualche modo di servire anche l'abitato più denso, perchè una linea che venga giù solo dal viale della Repubblica, come è stato detto nell'incontro, «sarebbe inutile». Il tutto concependo una Declassata in larga parte interrata (i sottopassi già in programma), che non sia più una “barriera” che divide in due la città, ma anzi «rilegando le parti del tessuto urbano divise da questo ostacolo» (Ciuoffo), fino a ipotizzare il sogno, non però escluso, di un interramento completo del tratto attualmente a due corsie.
Certo la variante non conterrà le destinazioni specifiche, ha chiarito Gorelli, ma le quantità per il costruito, per gli spazi di uso collettivo, per le infrastrutture, «perchè così vuole la nuova legge, che demanda al Regolamento le indicazioni più precise», ma già da ora si può dire che nessun mattone privato in più sarà costruito rispetto a quanto previsto dal piano Secchi.
La conclusione del sindaco: «Il polo espositivo ha un interesse metropolitano, perchè deve essere chiato che non serve solo per Prato, che non ne avrebbe bisogno. E' un intervento che si connette al progetto di un nuovo polo fieristico fiorentino e regionale. Al contempo prospettiamo una trasformazione urbana, senza aggiungere nulla in più rispetto al Piano Secchi, ma anzi con più verde e più servizi. E' un atto di fiducia. Scommettiamo sul futuro e lo sviluppo di Prato».
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