27/10/2007 15:54
Ambiente
Nasce una mappa della “qualità ambientale”
Aria apprezzabile, lo dicono i licheni
Se la si vede dalla diffusione dei licheni, organismi vegetali a metà fra un fungo e un alga, che attecchiscono sulla corteccia degli alberi, la qualità ambientale di Prato non sprizza ma non è poi neppure così scarsa. Anzi certi suoi valori, rispetto a quanto comunemente si immagina e si dice, in particolare nell'area ad ovest della Declasssata, delimitata a sud dall'autostrada, stanno ad indicare che poi l'aria che viene respirata è, tutto sommato, buona. Ed è proprio quello che ha fatto l'assessorato all'Ambiente commissionando allo studio Biosfera la definizione di un indicatore di “biodiversità”, in base al quale tracciare una “Carta di qualità ambientale”. Il tutto attraverso la rilevazione della presenza dei licheni sugli alberi. Perchè i licheni? «Perchè - spiega il biologo Gianni Bettini di Biosfera - consentono di rilevare naturalmente, meglio delle centraline che evidenziano solo separatamente e chimicamente la presenza di inquinanti, un quadro di insieme e di lungo periodo dell'inquinamento atmosferico». Certo le conclusioni vanno relativazzate, perchè per esempio ci sono fattori (le variazioni climatiche) che incidono sulla qualità artmosferica, ma di sicuro «la città non è un deserto - per dirla con l'assessore Camilla Curcio - e, pur con criticità, non esistono situazioni estreme». Così per sei mesi, aggiungendo altri 12 punti di rilevamento ai 6 già predisposti da Arpat, costruendo maglie strette di 1,5 km per 1,5 km, secondo il metodo certificato dal manuale Anpa (associazione nazionale protezione ambiente), si è certificato la presenza o meno di licheni, indagando 112 alberi, 111 tigli e una roverella, piante non casuali «perchè il campionamento non può essere effettuato su ogni specie arborea, ma su esemplari che corrispondono a determinate caratteristiche».
Risultato? Non esiste, in nessuna zona, il cosiddetto “deserto lichenico”, ed è già qualcosa se la loro presenza è un indicatore di qualità, neppure in zone, specifica il dottor Leonardo Lapi di Arpat, «come in piazza della Pietà dove erano scomparsi».
Ne è venuta fuori una mappa cittadina di qualità ambientale suddivisa in tre zone: una di valori minimi, da 13,3 a 40, dal paramtero intermedio a quello più elevato della fascia “bassa” di presenza, nell'area ubicata tra centro storico, la Castellina e a La Pietà. «E' la porzione di territorio più densa - hanno specificato i tecnici - là dove il traffico scorre meno, e dove anche si ferma di più»; le altre due di valori “moderati”, compresi tra i 40,1 e i 53,3 della parte centro-sud-occidetale (Chiesanuova, S. Paolo, Grignano, Mezzana, Interporto, Gonfienti, La Macine, La Querce, S. Maria a Colonica, Paperino, S. Giorgio a Colonica, Baciacavallo, Castelnuovo) e i 53,3 e 66,7 della parte occidentale, con punte di quasi eccellenza fra 66,7 e 80,1, e di eccellenza, perchè sfioranti il valore massimo, oltre il quale si respira a pieni polmoni, fra 80,1 e 120, registrate nel perimetro che comprende i nuclei abitati di Maliseti (in parte), Viaccia, Narnali, S. Ippolito, Capezzana, Vergaio, Casale, Tobbiana e Iolo.
Dal che se ne deduce che autostrada, tangenziale e Declassata hanno un impatto più limitato del previsto, se mitigate da ampie zone verdi, da alberature, siepi e quant'altro può trattenere le sostanze nocive. «Affidiamo questi risultati - dice l'assessore Curcio - alla pianificazione urbanisica, perchè è evidente che sono d'interesse anche per organizzare luogi urbani che consentano di ridurre l'inquinamento. La mappa descrive una città che, nonostante tutto, può dire che ha una sua qualità ambientale. Continueremo nelle politiche per migliorare questo risultato. Così come continueremo a verificare, nel corso del tempo, gli andamenti della qualità ambientale».
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