09/11/2007 15:32
Consiglio Comunale
La delibera passa con 30 sì (maggioranza e Cdl) e 3 no (Rc)
Il dibattito sul giro di vite dell'articolo 142
Rifondazione comunista ha contestato il riferimento alla comunità cinese. Milone: «Uno strumento contro illegalità e sfruttamento»
Il nuovo testo dell'articolo 142 del Regolamento di Polizia municipale, giro di vite contro le ditte che reiterano le violazioni di norme igieniche e di sicurezza, è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e del centrodestra (30)e il no di Rifondazione comunista e Sinistra per Prato viva (3), che nel dibattito seguito alla presentazione dell'assessore alla Sicurezza Aldo Milone hanno contestato il riferimento esplicito, anche in delibera, agli illeciti commessi dalla comunità cinese.
«Le regole devono valere per tutti, non solo per i cinesi - ha esordito il consigliere Paolo Fattori - La battaglia per la legalità è giusta, ma deve essere fatta anche per la sicurezza sui ponteggi edili e nelle officine metalmeccaniche». «Al di là del provvedimento tecnico - ha aggiunto il capogruppo di Rc Leonardo Becheri, - la norma ha notevoli risvolti sociali e presuppone delle scelte politiche su cui non c'è stata discussione. E' veo che la maggior parte degli illecitio è compiuta da laboratori cinesi, ma non si può far riferimento solo a loro, perchè si rischia di dare un segnale politico sbagliato». «Non si pensa alle responsabilità di chi ha lucrato sull'immigrazione - ha detto anche Mauro Vannoni di Sinistra per Prato viva, - di chi affitta e vende case e capannoni ai cinesi al doppio del prezzo facendo inquinando il mercato immobiliare».
Di opinione opposta Elisabetta Carullo del Gruppo democratico, presidente della Commissione consiliare Affari istituzionali che ha lavorato all'elaborazione del nuovo articolo 142, che aggiunge la confisca dei macchinari di lavorazione al sequestro cautelare in caso di non rispetto delle normative: «Più che un inasprimento delle sanzioni si tratta di renderle efficaci: i beni sequestrati infatti vengono dissequestrati quasi subito con il pagamento della multa, per altro irrisoria. Il messaggio è che le regole vanno rispettate e il riferimento ai cinesi è dovuto semplicemente ad un fatto numerico, visto che la grande maggioranza dei sequestri avviene in ditte condotte da orientali». Anche la collega Linda Pieragnoli ha aggiunto che «si tratta di uno strumento in più per i vigili per contrastare i comportamenti illegali». Il capogruppo dell'Italia dei valori Aurelio Donzella ha sottolineato che «oltre alla legalità va salvaguardata anche l'incolumità pubblica, al di là delle argomentazioni retoriche per il riferimento ad una comunità specifica». Roberto Caverni di Forza Italia ha dichiarato di apprezzare i contenuti del provvedimento e i suoi obiettivi, ma auspicando 'una generale revisione del Regolamento, ormai superato, come dimostra il riferimento in un articolo al divieto per le carrozze di suonare la trombetta-clacson passando in via Magnolfi.
Per Gianluca Banchelli di An «è doveroso intervenire e fermare l'attività di chi non rispetta le regole, un modo anche per riconoscere diritti agli stessi operai cinesi, che rischiano la propria incolumità fisica lavorando in luoghi non sicuri».
Al dibattito è seguita una breve replica dell'assessore Milone, che ha ricordato che l'obiettivo finale «è colpire coloro che sfruttano la manodopera clandestina e si arricchiscono non adeguando i locali e ignorando le più elementari regole di igiene e sicurezza»: «Il Comune non può ignorare queste situazioni: è necessario fermare lo sfruttamento e la confisca dei macchianri è un deterrente e uno strumento della Polizia per contrastare questo fenomeno e le sue conseguenze».
cb
1102/07
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