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Comune di Prato

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27/12/2007 17:39
Comune Il bilancio dell'attività 2007 del sindaco Marco Romagnoli

«Non si può indugiare sulla crisi, bisogna tornare ad investire»

Il primo cittadino agli imprenditori: «Disposti a fare un patto, ma non c' spazio per la rendita»
«Un nuovo patto con la città, con gli imprenditori, perchè c'è bisogno che gli imprenditori tornino a fare impresa». Questo il messaggio che il sindaco Marco Romagnoli ha consegnato alla stampa, nel tradizionale appuntamento di fine anno con l'informazione per il resonconto 2007 sull'attività dell'Amministrazione comunale. Il ragionamento sviluppato dal primo cittadino è condensabile in poche battute: la crisi del sisema economico e sociale è pesante, ma «non è il caso di continuare ad indulgere su una fotografia della nostra vita quotidiana che rischia di diventare uno stereotipo, al punto da non cogliere i segni, anche forti, di speranza su cui basare la nostra rinascita». Il governo cittadino, ha proseguito Romagnoli, il suo ruolo lo svolge: l'approvazione del bilancio prima della fine dell'anno è un segnale di «stabilità e certezza inviato prima di ogni altra cosa alla città, che così ha la garanzia di un'azione programmatica e coerente dell'Amministrazione pubblica, di una strategia che guarda alle prospetive di Prato». Un segnale che si unisce alla mole di investimenti previsti (73 milioni di euro), al diffuso Stato sociale locale (circa 17 milioni di spesa pubblica) e all'imposizione che non cresce, con una Ici fra le più basse d'Italia; tutte azioni di una “strategia anticrisi”. Ma le difficoltà «non posson essere un alibi, per nessuno, nè per il governo cittadino, nè per l'insieme delle forze sociali pratesi». Bisogna rifuggire, afferma il primo cittadino, dalla “sindrome negativa del declino irrefrenabile”, perchè «è arrivato il momento di guardare al presente con gli occhi del futuro, e non restare ancorati ad un dibattito ripiegato su se stesso». Da qui nasce l'idea della variante generale al Piano strutturale, con l'anticipazione per la Declassata che sarà varata il prossimo anno. La ricchezza, continua Romagnoli, a Prato c'è, solo che in questi anni è stata diversamente distribuita. Si è creato un «circolo tutt'altro che virtuoso, che alimenta anche una situazione grigia, di illegalità», fra «parti della filiera che stanno passando al capitale straniero», con «il capitale nostrano che si rifugia nella rendita». Per spezzare questa spirale occorre «mobilitare la ricchezza esistente ma non orientarla verso la rendita. Si deve tornare ad investire nell'industria. La variante, così come l'abbiamo concepita, ha questo spessore. Nessuno si illuda che il milione e 200 mila metri quadri delle cosiddette “aree dismesse” possa essere trasformato in case. Voler adottare una variante generale non è un capriccio, in presenza di un piano Secchi riconfermato nella sua struttura di fondo. Se lo facciamo è perchè pensiamo che la ricchezza debba tornare ad investire nella produzione di ricchezza. Bisogna tornare ad investire nella produzione di un nuovo stock di capitale sociale. Le parti pubbliche stanno offrendo una serie di politiche per uno sbocco in positivo. Ciò che servirebbe è che un eguale sforzo, in avanti, fosse compiuto dal complesso delle componenti sociali della città». E non basta la variante. C'è anche bisogno, sulla scia del “patto per Prato sicura”, che «sta manifestando i suoi frutti», «di un forte segnale, a sostegno del manufatturiero e dei distretti industrali» che «arrivi dalle istituzioni regionali e soprattutto dall'esecutivo nazionale». Un'altra intesa col governo, questa volta sull'economia, da sottoscrivere entro il prossimo anno, «perchè per dare un futuro alla realtà locale c'è bisogno di un quadro di riferimento nazionale che integri gli strumenti locali». Intanto alcune buone nuove sono in arrivo: 300 mila euro sembrano giungere dal ministero della Solidarietà sociale per un progetto per l'inclusione degli stranieri, che ha vinto l'apposito bando ministeriale, mentre la Regione ha inserto la previsione di un polo espositivo di 40 mila mq alla ex Banci nei suoi atti di programma. E a proposito della ex Banci e del polo polifunzionale, integrato nel sistema di Firenze Fiera, il sindaco è stato esplicito: «Nel 2008 creeremo le condizioni per la sua realizzazione». Che detto in altro modo significano tre cose precise: «approvazione degli strumenti urbanistici, con la variante Declassata, trovare i soldi per la sua realizzazione, affidare l'incarico pet la sua progettazione». I sogni, come ha chiuso il sindaco la sua conferenza stampa, non sono più tali, «perchè alcuni sono già a portata di mano».
1342/07

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