12/01/2008 12:46
Sindaco
La società sportiva al completo ricevuta nel Salone consiliare
Romagnoli festeggia gli atleti della “Special team Prato”
Una foto collettiva per un gruppo che di speciale ha gli allori mietuti, con assiduità, dal 1995, anno della sua fondazione, in Italia, in Europa e nelle competizioni mondiali: è la “Special team Prato”, la società sportiva, nata da una costola del Cgfs (Centro giovanile di formazione sportiva), composta da atleti disabili, psichici e motori, ricevuta stamani, al gran completo, nel Salone consiliare del Palazzo comunale dal sindaco Marco Romagnoli.
Una breve cerimonia, con tutti gli atleti schierati, accompagnati dalle loro famiglie e dallo staff tecnico, per questo sodalizio sportivo che anche di recente ha fatto parlare di sè per le medaglie conquistate a Shangai agli “Special Olympics”, i giochi mondiali per disabili mentali. A fare gli onori di casa alla società e al suo presidente Umberto Spinelli, insieme al sindaco c'erano gli assessori Geradina Cardillo (sport) e M. Luisa Stancari (sociale), il presidente del Coni provinciale Massimo Taiti, Giovannella Pitigliani che a capo del Cgfs, più di due lustri orsono, creò la “Special team Prato”, e l'attuale presidente della fondazione Cgfs Fulvia Bendotti.
«Un esempio di cui Prato può vantarsi», è stato il leit motiv di tutti gli interventi, ad iniziare da quello del sindaco; un «esempio sportivo» come ha teso a sottolineare il presidente del Coni, possibile, come hanno rispettivamente affermato gli assessori Cardillo e Stancari, «perchè a Prato opera una struttura come il Cgfs» e «perchè è una città, anche a livello di politiche pubbliche, che non ha voltato lo sguardo da un'altra parte rispetto alle questioni che determina la disabilità».
E' stata proprio Giovannella Pitigliani a ricordare come, con slancio, nel 1995 si dette vita alla società, così come Fulvia Bendotti ha ribadito l'affetto con il quale il Cgfs segue ancora l'evolversi del sodalizio sportivo.
Lo sport come veicolo per afffermare l'autonomia di persone, nelle parole del loro presidente Umberto Spinelli, «che non si conoscono mai pienamente, per quello che danno ed offrono, per le potenzialità che esprimono». Il tutto concluso con molte strette di mano e, appunto, una foto di gruppo.
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