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Comune di Prato

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25/01/2008 15:31
Ambiente Presentata stamani l'attività del 2007

Centro di Scienze di Galceti, 40 anni di natura più uno

Il Parco e la fondazione si candidano a diventano centro di turismo scientifico. Salvati l'anno scorso 3.500 animali selvatici
Quarant'anni di natura, più uno: il Centro di scienze naturali di Galceti ha presentato stamani il riepilogo delle sue attività nel 2007, ovvero l'anno del quarantesimo anno d'età del Centro, a cui appunto Gilberto e Deanna Tozzi hanno dato vita nel 1967. Oltre a loro erano presenti all'illustrazione l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio e il presidente Massimo Calissi. L'obiettivo è avere una nuova e più adeguata sede, ma anche diventare un centro di attrazione per il turismo ecologico e scientifico, che è in forte crescita in Italia e in Europa: «Il Centro di Scienze naturali di Galceti è un simbolo dell'Amministrazione comunale - ha detto l'assesore Curcio - In questi anni sono costantemente cresciute le attività didattiche e di formazione, ma il Centro non è solo questo. Si è infatti sviluppato anche come centro di sperimentazione e come laboratorio per la tutela delle biodiversità, diventando insomma un piccolo centro di ricerca. Per questo, nell'ottica della diversificazione economica, vogliamo giocare questa carta, che necessita però di investimenti». Come ha spiegato anche il direttore Gilberto Tozzi, il Centro così concepito e con una nuova sede, potrebbe attrarre fino a 250mila visitatori all'anno, creando un indotto intorno alle sue attività. Già adesso i visitatori sono 36.800, di cui quasi 8.000 studenti. Nell'ottica della crescita, uno dei più importanti progetti per il 2008 è stato appena finanziato dalla Regione Toscana con 37.000 euro: il Centro ha proposto il progetto di recupero della cava storica di Monte Piccioli, da cui proviene il famoso marmo verde che dal Medioevo al Rinascimento è stato utilizzato per realizzare le più belle basiliche e costruzioni d'Italia, tra cui il Duomo di Prato e Santa Maria del Fiore a Firenze. Sarà realizzato un percorso che renderà la cava visitabile da parte del pubblico. Inoltre al centro del suo comprensorio, ai piedi del Monteferrato, sarà realizzato un parco della preistoria, con testimonianze del paleolitico nell'area. Anche sul fronte dell'attività scientifica il Csn sta ampliando i propri orizzonti: a maggio saranno pronte tre aree umide per la sosta e lo studio degli animali migratori, di varie specie acquatiche in via d'estinzione e di piante palustri. I laghetti, realizzati con il contributo del Comune, della Provincia e della Regione, sorgeranno presso l'area del Borro Galceto e la cassa d'espansione del fosso Bardena, mentre il terzo sarà costituito dall'ingrandimento del lago Monteferrato. Per capire l'estensione e l'importanza dell'attività scientifica del Csn, che solo nel 2007 ha organizzato 75 iniziative a carattere scientifico dall'archeologia, all'astronomia e all'osservazione di animali e piante, basti pensare che l'ente sta conducendo degli studi su alcune famiglie di delfini al largo di Viareggio con delle particolari telecamere subacquee collegate ad un sistema di rilevamento gps, ideate da Saverio Tozzi: «Le indagini avvengono in collaborazione con il Cetus di Viareggio e l'acquario di Genova - ha spiegato Gilberto Tozzi - tra breve metteremo in funzione un sistema ad infrarossi capace di fare una specie di 'carta d'identità' per ogni delfino studiato, un mammifero intelligentissimo e con un vero e proprio linguaggio». Per capire invece dove arriva la fama del Centro basta dire che nell'agosto scorso Il Centro di Scienze naturali (Csn) ha ospitato vari gruppi di stagisti provenienti dai college del Texas e di New York, che hanno potuto conoscere flora e fauna del particolare ambiente del Monteferrato. Oltre a questo sono stati ben 3.580 gli animali selvatici salvati o recuperati. Tra questi i casi più strani: dalla vedova nera trovata nel letto di un albergo a Bologna, ai 'soliti' boa, pitoni o iguane trovati alle Cascine di Firenze o sulle rive dei fiumi, fino al pappagallo gigante in via d'estinzione dell'Amazzonia, che ora si è ambientato tra i boschi del Monteferrato. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di 'souvenir' che le persone si portano a casa dopo un viaggio in Paesi esotici, che poi scappano o vengono abbandonati. Oltre agli animali, il Csn è impegnato a curare e salvare i pini marittimi che rivestono il monteferrato, attaccati da una cocciniglia mortale diffusa a causa dell'introduzione di legni africani 'infetti': con il contributo dell'assessorato all'Ambiente sono già stati sostituiti 245 pini resistenti all'infezione, che con i loro pollini dovrebbero anzi riuscire a fermare la cocciniglia.

cb

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