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Comune di Prato

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31/01/2008 18:40
Consiglio Comunale La risposta di Breschi a tre “question time”

Concorso ingegneri, confronto polemico

Concorso per l'assunzione di due ingegneri al centro della seduta odierna del Consiglio comunale, con ben tre “question time” proposti dai consiglieri Mauriziio Bettazzi (An), Massimo Taiti (Lista Taiti), Mauro Vannoni (Sinistra per Prato viva) e Leonardo Becheri (Rifondazione). Le domande d'attualità, a cui ha risposto l'assessore all'Organizzazione Andrea Breschi, in estrema sintesi, vertevano sulla natura del concorso, se cioè rientrasse in quel procedimento di cosiddetta “stabilizzazione” del precariato avviato dall'Amministrazione comunale; sull'opportunità che a presiedere la commissione esaminatrice fosse un dirigente del Comune che ha avuto rapporti professionali coi due vincitori; sulla prova scritta che aveva per oggetto la progettazione di una tramvia, programma a cui stanno lavorando gli uffici comunali con presentazione, di recente, di un'ipotesi di prima linea. Non ultimo, oggetto anche di discussione nelle repliche dei tre interroganti, il fatto che agenti di Polizia giudiziaria si siano presentati in Comune per acquisire i documenti del concorso. Nella sua risposta Breschi ha specificato che degli ultimi cinque concorsi «tre rientrano nel processo di stabilizzazione dei precari, due, compreso quello degli ingegneri, no. Tutti comunque pubblici, nel senso di essere aperti anche a chi non aveva intrattenuto rapporti professionali col Comune». Breschi ha anche chiarito che nel 2007 il Comune ha proceduto a 53 assunzioni, 36 delle quali con contratti di “formazione e lavoro”, 17 a tempo indeterminato. Di questi 53 assunti 27 hanno avuto rapporti professionali, a vario titolo, con l'Amministrazione comunale, 26 no: «Come si vede circa il 50% è venuto dall'esterno». Quanto al perchè il presidente della commissione esaminatrice sia stato il dirigente dell'area Opere pubbliche e mobilità, l'assessore Breschi ha sostenuto «che non c'erano grandi possibilità di scelta, escludendo la normativa che alle commmissioni partecipino politici e sindacalisti. Nel caso il concorso verteva specificamente sull'assunzione di due persone nel settore della mobilità, aveva cioè un oggetto specifico. E c'erano solo due dirigenti che potevano presiedere la commissione esaminatrice». Sulle materie delle prove scritte, comunque tutte sorteggiate, Breschi ha ribadito, come già fatto pubblicamente dalla direzione generale, «che c'era solo un/terzo delle possibilità che uscisse il tema della tramvia, dal momento che il sorteggio avveniva su una terna di tracce. Le altre due erano l'eliminazione di un incrocio a raso e la progettazione di un sottopasso, questioni che riguardano materie su cui il Comune è chiamato ad intevenire. E il concorso aveva proprio la finalità di acquisire professionalità corrispondenti a questa attività». Breschi ha anche sottolineato non solo che «politici e sindacalisti non fanno parte delle commissioni esaminatrici, ma che l'atteggiamento dell'Amministrazione è di non influire minimamente nei prodedimenti di questo tipo, demandati alle strutture dirigenziali». Fin qui l'assessore, la cui risposta è stata sottoposta, in sede di replica, ad un fuoco di fila da parte degli interroganti, che si sono dichiarati tutti insoddisfatti. «A me non interessa sapere se politici o sindacalisti - ha detto il consigliere di An Maurizio Bettazi - possano partecipare alle commissioni esaminatrici. Avrei preferito che l'assessore avesse informato il Consiglio comunale, cosa invece taciuta, che ufficiali di polizia giudiziaria si sono presentati stamani per acquisire tutti i documenti del concorso. E non è neppure vero le possibilità che uscisse la prova sulla tramvia fosse di 1/3. I due vincitori da anni collaborano ad un ufficio che progetta sottopassi e, forse, avevano già rapporti col Comune ai tempi in cui si iniziò a realizzare le rotonde. La percentuale di vantaggio, in tal caso, era ben maggiore, fermo restando la capacità delle persone che non è in discussione. Nè è garanzia di trasparenza il fatto che l'Amministrazione proponga ora di modificare il regolamento concorsuale, stabilendo che la prova d'esame sarà conosciuta appena un'ora prima del suo svolgimento. Lei assessore non può limitarsi alla risposta che ha dato in Consiglio, ma ha il dovere di spiegare i motivi per cui si sono verificati certi episodi». Il consigliere Taiti non è stato da meno. «E' evidente che esiste un vantaggio se il presidente della commissione ha avuto rapporti professionali con alcuni concorrenti. Ed è da censurare il fatto che l'assessore non abbia detto che la polizia giudiziaria ha acquisito i documenti. Nel giro di un paio di mesi si è tornati a parlare di concorsi e la cosa non fa onore nè a noi, nè all'immiagine dell'Amministrazione, nè alla città. Fra l'altro fra poco nei cassetti del Comune non ci sarà più un foglio, a forza di acquisizioni della polizia giudiziaria. Questa è una questione di cui si deve occupare il sindaco. Non si può dare questa immagine dell'Amministrazione comunale. Il sindaco deve mettere mano a questa importante delega». Quanto al consigliere Vannoni, l'esponente della lista Sinistra per Prato viva ha sollevato la questione della direzione generale: «Qui nessuno mai ne parla. Eppure il direttore generale non rende mai conto di quanto fa e sarebbe anche nei suoi compiti fare in modo che l'attività amministrativa, in tutte le sue forme, sia efficace e trasparente».
90/08

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