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Comune di Prato

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23/02/2008 14:01
Urbanistica Il seminario svoltosi venerdì al museo Pecci

Variante Declassata, numeri e strategie

«Il Piano Secchi è giovane, del 2001, praticamnte all'inizio del suo corso, ma le trasformazioni che, in questi ultimi anni, hanno investito la città, sono così profonde da necessitare un aggiustamento, un suo aggiornamento». Prende il via il percorso di revisione generale del Piano strutturale, col primo atto andato di scena nell'auditorium del Pecci riguardante la Declassata e il suo asse che, nelle parole pronunciate dal sindaco Marco Romagnoli «segna la novità di un processo, la sperimentazione della nuova legge urbanistica regionale, a partire da una nuova possibilità offerta alla città e al suo sistema economico, con nuovi servizi a settori diversi dell'economia». Il polo espositivo, appunto, o “centro polifunzionale” che dir si voglia, nella definizione del sindaco. Ma nella presentazione, di venerdì al Pecci, la variante di anticipazione non si traduce soltanto in alcuni numeri, che pur sono stati dati ad un'attenta e numerosa platea. C'è altro, una “filosofia” declinata così dal primo cittadino: «Nella nostra percezione si ricorda una città in cui dominava la fabbrica, oggi invece percepiamo il declino della fabbrica, anche se Prato resta il terzo centro industriale d'Italia. Per contrastare questo processo c'è bisogno di un piano che sia di reale supporto all'evoluzione el sistema socio-economico pratese». La Declassata è l'asse di questo disegno, per il polo espositivo, coi sui 42 mila mq di previsione, ma anche per «connettere il nuovo sviluppo di Prato nel contesto di un tessuto urbano metropolitano, ormai senza soluzione di continuità». Nella variante Declassata non c'è però soltanto l'area ex Banci, e non solo perchè l'intero asse comprende anche i nodi del Soccorso e di Capezzana: l'anticipazione lo è tale anche in senso letterale, perchè prefigura i contenuti del Piano Secchi, rivisitato e corretto. Contenuti così espressi dal progettetista arch. Gianfranco Gorelli: primato dello spazio pubblico, per cui gli spazi collettivi, verde, parchi, luoghi sociali, «si realizzano contestualmente e in contemporanea al procedere delle trasformazioni urbanistiche», ossia non c'è un prima di volumi e poi il resto; l'abitazione, nel senso, distribuita in quota parte sul territorio, di “edilizia residenziale sociale”; il primato accordato al trasporto pubblico, «fattore irrinunciabile, sola modalità per gestire la mobilità». Certo il dibattito che ne è seguito è stato vivace, con messa a punto anche di ombre e, soprattutto, con una richiesta di apertura al confronto alla città, ai suoi quartieri, ai cittadini, alle categorie economiche, alla cultura professionale. Ma bisognerebbe avere, nelle frasi conclusive dell'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo, «anche l'avvertenza di un progetto straordinario, senza confondere i diversi piani, per misurarsi attorno ai valori di una nuova città e di una strategia che affida alla politica nuovi contenuti». E se non si può prescindere dalle quantità per ogni settore della Variante Declassata, si deve dire che l'unica previsione fuori scala è quella del polo espositivo, per il resto si è ampiamente al di sotto di quanto è nel Piano Secchi: nell'area ex Banci dei 140 mila mq ancora a disposizione di destinazione residenziale, se ne utilizzeranno 80 mila; di commerciale e servizi 100 mila (di questi 56 mila per il polo espositivo) sui 130 mila ancora disponibili nell'attuale Piano; nel nodo del Soccorso 28 mila mq per abitazioni rispetto ai 74 mila ancora disponibili; nel nodo di Capezzana 113 mila mq di residenziale rispetto ai 160 mila tuttora disponibili, mentre le destinazioni commerciali non andranno più in là di 2000 mq, molto al di sotto degli 84 mila presenti ancora nelle previsioni di Secchi. Un quadro completato da 6 ettari di parchi, lungo tutto l'asse della Declassata, e dalla necessità «di riconnettere il tessuto urbano, senza che l'arteria continui a rappresentare una barriera». Che tradotto significa prevederne l'interramento. Ma se questi sono i numeri, l'anticipazione porta con sè anche i “valori” richiamati da Ciuoffo: l'equità, con la connnessa perequazione, l'idea cioè che non ci sono progetti con maggiore reddittività rispetto ad altri; il diritto di superficie che non è diritto ad eedificare; l'edificazione come patrimonio dell'intera collettività. Al dunque la variante inizia a prendere il largo.
173/08

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