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Comune di Prato

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04/03/2008 16:37
Urbanistica La catalogazione presentata ieri alla Commissione Urbanistica

Realizzata la prima schedatura degli ex edifici industriali

Il lavoro è composto da 752 schede, immobile per immobile, con interventi e destinazioni d'uso ammessi. Sono oltre 1.600.000 i mq da riusare
E' stata realizzata la prima catalogazione completa di tutto il patrimonio industriale e produttivo esistente, l'anima dell'identità di Prato, con fotografie, schedature immobile per immobile e analisi degli interventi previsti per il riuso e la trasformazione in residenziale, commerciale o terziario: la ricognizione delle aree produttive è stata compiuta per l'Assessorato all'Urbanistica da un gruppo di progetto, guidato dall'architetto Daniela Campolmi, con la partecipazione di tecnici comunali. La sintesi del lavoro, durato un anno, è stata raccolta in un cd-rom presentato ieri alla Commissione consiliare Territorio e ambiente. Come è stato spiegato dall'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo, l'analisi costituirà una delle basi fondamentali per la formazione del nuovo Piano strutturale, ma anche il punto di partenza per aprire il confronto con la città. La superficie coperta complessiva di tutti gli edifici produttivi pratesi è di 4.434.000 mq. Sottraendo i macrolotti 1 e 2, le lottizzazioni artigianali e le aree della mixitè, rimangono 1.698.000 mq potenzialmente riutilizzabili con nuove destinazioni d'uso, tra cui 868.000 immediatamente per fini abitativi. In termini di volume, degli oltre 13 milioni e mezzo di metri cubi produttivi è riutilizzabile il 40%, corrispondente a 5.382.800 mc. In particolare 3.155.200 mc potrebbero essere riconvertiti in residenza e 2.227.600 in attività terziarie. In tutto sono stati schedati 752 complessi produttivi, divisi in cinque categorie: insediamenti industriali di elevato interesse storico-archeologico (19 edifici), la cosiddetta archeologia industriale, con immobili a ciclo completo che vanno dalla seconda metà dell'800 ai primi decenni del '900, come la Campolmi, la fabbrica Calamai e la Ciabatti; insediamenti di rilevante interesse architettonico e tipologico (28), risalenti al secondo dopoguerra, come la Affortunati di via Bologna, la Sanesi di via Ferrucci e il lanificio Bruschi di via Valentini, ovvero le testimonianze più significative dell'industrializzazione pratese; capannoni industriali con impianto seriale (186), ovvero le caratteristiche fabbriche a schiera di varie dimensioni; insediamenti con impianto di interesse morfologico (140), di cui sono esempio alcuni insediamenti di via Pistoiese o via Rossini nel Macrolotto 0; edifici di modesto interesse edilizio-urbanistico (379), per i quali si tende ad interventi mirati al rinnovamento e alla riqualificazione del contesto urbano. Ogni scheda è redatta con superficie e volumetria, valore del complesso industriale, report fotografico, estratto del rilievo del Piano secchi e del Regolamento urbanistico. Per usare le parole di Bernardo Secchi, la città fabbrica è la parte più affascinante e problematica di Prato, quella in cui il 'mito pratese' più chiaramente si rappresenta: l'idea è che gli ex edifici produttivi non debbano perdere il loro carattere originario, come si legge nella relazione, ma senza negarsi una nuova vita. Il recupero delle aree dismesse, o in dismissione, inoltre rappresenta l'occasione per attuare una compensazione in termini di spazi collettivi, funzioni e servizi. Così per la prima categoria il tipo di intervento ammesso è il restauro o il risanamento conservativo, anche in previsione di adeguamenti funzionali e modifica di destinazione d'uso a servizi, terziario o commerciale. Per la seconda si consiglia la ristrutturazione leggera con destinazione a servizi, attrezzature terziarie e commerciale, includendo una quota di residenziale. Per la terza sarebbe prevista la ristrutturazione, da trasformare o in solo residenziale o terziario e commerciale più una frazione di residenziale. Per la quarta vi sarebbe la ristrutturazione pesante, che include la demolizione e sostituzione edilizia, con destinazione congruente con il contesto urbanistico di riferimento. Per la quinta è prescritta la sostituzione edilizia con funzioni nuove correlate al contesto e al carico urbanistico: «La ricognizione sulle aree produttive sarà presentata ai cittadini negli incontri pubblici nell'ambito dell'illustrazione del nuovo Piano strutturale - afferma l'assessore Ciuoffo - Costituirà la base del confronto con la città e della partecipazione». Tutto il materiale della ricerca e la consultazione delle schede sarà disponibile anche sul web attraverso il Sistema informativo territoriale della Rete civica del Comune.
215/08

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