salta la barra


Comune di Prato

 indietro
13/03/2008 14:32
Consiglio Comunale Presentato oggi dalla lista civica Taiti per Prato

Solidarietà alla lotta tibetana, ordine del giorno al Consiglio

L'emittente radio Free Asia ha reso noto che 70 monaci tibetani sono stati arrestati dalle autortà cinesi
Un ordine del giorno per esprimere solidarietà al popolo tibetano, dopo la notizia diffusa dall'emittente radio Free Asia circa l'arresto di settanta monaci tibetani scesi in piazza per protestare contro le autorità cinesi, è stata presentata dal capogruppo in consiglio comunale della lista civica Taiti per Prato. Il consiglio comunale viene invitato a dichiararsi solidale con la lotta pacifica e non violenta del popolo tibetano e le istituzioni cittadine sono sollecitate a intervenire pubblicamente ' anche attraverso i rappresentanti locali della nostra comunità cinese' per far sì che le autorità della repubblica cinese 'acconsentano a riconoscere al Tibet se non l'indipendenza almeno una forte autonomia e cessino, anche in omaggio ai prossimi Giochi Olimpici di Pechino, la brutale repressione delle popolazioni tibetane, uriguri e di altre nazonalità ed etnie'. PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO Il Consiglio Comunale di PRATO CONSIDERATO CHE 70 monaci tibetani, scesi in piazza per protestare contro le autorità cinesi, sono stati arrestati dalla polizia cinese. Secondo l’emittente radio “Free Asia”, circa 300 monaci sono partiti ieri dal monastero di Drepung, situato a pochi chilometri dalla capitale tibetana, per raggiungere il Potala Palace di Lhasa, la residenza tradizionale del Dalai Lama. La polizia cinese ha però impedito la marcia operando arresti e bloccando la strada fra il monastero e la capitale. L’accusa rivolta ai monaci è quella di essere “coinvolti in attività illegali che possono minare la stabilità sociale” e che verranno “punite secondo la legge”. La manifestazione di protesta pacifica è avvenuta in occasione del 49° avversario della fallita insurrezione contro il governo cinese, in cui l’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, considerato la XIV reincarnazione del Buddha, fu costretto alla fuga e all’esilio in India. I monaci sono scesi ieri in piazza per chiedere il rilascio di un gruppo di religiosi e laici arrestati a ottobre, accusati di aver inneggiato alla consegna della medaglia d'oro del Congresso americano al Dalai Lama e al ritorno in Tibet del loro leader spirituale. La protesta dei religiosi è coincisa con una serie di manifestazioni organizzate dai tibetani in esilio ed è stata sostenuta da numerose iniziative in tutto il mondo. Dalla città indiana di Dharamsala, sede del governo in esilio e attuale dimora del Dalai Lama, è partita ieri un’altra iniziativa di un centinaio di monaci, la “Marcia verso il Tibet”, alla quake stanno attivamente partecipando anche tre esponenti italiani del Partito Radicale (Matteo Mecacci e Marco Perduca, candidati nelle liste del PD e Sergio D'Elia) con lo scopo di varcare il confine cinese in agosto, in occasione dell’inizio dei giochi olimpici a Pechino. “I rifugiati tibetani hanno diritto di tornare in Tibet - ha reagito Tsewang Rigzin, uno degli organizzatori della marcia - questo è il primo grosso ostacolo che incontriamo ma noi continueremo a marciare”. I partecipanti alla marcia dovrebbero raggiungere entro i prossimi tre giorni i confini del distretto. La singolare protesta dei monaci intende sfruttare l’enorme visibilità mediatica cui è soggetta la Cina in preparazione dei giochi olimpici 2008. Nel suo discorso in occasione del 49° anniversario della pacifica insurrezione del popolo tibetano, il Dalai Lama ha espresso nuovamente forti critiche verso il governo di Pechino, denunciando “le inimmaginabili ed enormi” violazioni dei diritti dell'uomo commessi dalla Cina in Tibet. “La repressione aumenta fino a raggiungere enormi e inimmaginabili violazioni dei diritti dell'uomo, fino alla negazione della libertà religiosa e fino alla politicizzazione delle questioni religiose”, ha dichiarato il leader tibetano in esilio. Il Consiglio Comunale di Prato dichiara di essere solidale con la lotta pacifica e non violenta del popolo tibetano ed invita le Istituzioni cittadine ad intervenire pubblicamente, anche attraverso i rappresentanti locali della nostra comuntà cinese, affinchè le autorità della repubblica cinese acconsentano a riconoscere al Tibet se non l'indipendenza almeno una forte autonomia e cessino, anche in omaggio ai prossimi Giochi Olimpici di Pechino, la brutale repressione delle popolazioni tibetane, uriguri e di altre nazonalità ed etnie. Lista Civica Taiti per Prato Avv. Massimo Taiti
254/08

Condividi su: Condividi su Facebook Condividi su Google Bookmarks Condividi su Twitter
 indietro  inizio pagina