14/03/2008 15:58
Consiglio Comunale
Un lungo dibattito, votato documento di maggioranza
Declassata, la “variante” fa un altro passo avanti
Crtiche dall'opposizione di centrodestra. Rifondazione cauta apertura
Alla fine l'ulteriore dibattito in Consiglio comunale sulla “variante Declassata”, anticipazione della variante generale al Piano strutturale, si è chiuso con l'approvazione del corposo documento (cinque pagine), sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza (Luca Roti - Pd, Aurelio Donzella - Idv; Moreno Zazzeri - Pdci; Tommaso Rindi - Verdi), che ha ricevuto anche una sorta di apertura di credito da parte di Rifondazione, anche a nome del consigliere Mauro Vannoni (Sinistra per Prato viva), espressa dal capogruppo Leonardo Becheri con la seguente formula: «Annunciamo in termini positivi la non partecipazione al voto sul documento dei gruppi di maggioranza». E così, l'ennesimo punto sullo stato dell'arte della cosiddetta “variante Declassata”, è terminato col disco verde del Consiglio comunale all'iter amministrativo intrapreso con la trasmissione dei documenti alla Regione, tradottosi in 21 voti favorevoli (i gruppi di maggiornza più il consigliere Massimo Taiti - Lista Taiti), tre contrari (An e Forza Italia), con Rifondazione che a sua volta ha visto approvato il suo odg (18 favorevoli, 3 contrari - An e Forza Italia, 5 astenuti), col quale ha chiesto di «mettere in atto con celerità tutti gli strumenti di partecipazione».
Dibattito fiume con tutti i consiglieri di maggioranza intervenuti (Ballini Bartoloni, Bartolotti, Biffoni, Caregnato, Esposito, Roti per il gruppo democratico, Donzella per l'Idv, Rindi per i Verdi, Zazzeri per i Comunisti italiani) che si sono attestati sulle cose vergate nel documento presentato in apertura, e votato alla fine della seduta. Cinque pagine non solo per dichiarare il proprio sostegno agli indirizzi della “variante Declassata”, coi suoi tre “nodi” o “sub-sistemi” che la compongono (Questura-area ex Banci; Soccorso-via Nenni; Capezzana-Galciana), ma anche per riaffermare il pieno appoggio alla «centralità dell'intervento di riqualificazione sull'area ex Banci e il ruolo catalizzatore del polo espositivo». Nel testo, approvato dal Consiglio, si mette in risalto come gli interventi «di prevalente interesse pubblico», previsti dalla anticipazione, «con il loro corollario di investimenti, dovranno trovare uno strumento adeguato di programmazione oltre che di gestione delle modalità e tempi d'intervento, che preveda un forte ruolo di governo pubblico».
Per la maggioranza consiliare è importante che si realizzino i parchi fra il viale della Repubblica e via Valentini e fra la Tangenziale e il cimitero di Galciana, attraverso la cosiddetta “perequazione”, con la contemporaneità di tutte le operazioni urbanistiche previste per «riequilibrare il rapporto tra gli interventi edilizi e la realizzazione dei servizi e gli standard». I gruppi di maggioranza sottolineano che l'interramento della Declassata, come previsto dalla variante, nel tratto fra via Marx e via Nenni, è «una occasione importante» per riconnettere i pezzi di città separati dall'arteria, e che uno degli elementi più innovativi della proposta è «il progetto di sviluppo in infrastrutture dedicate al sistema del trasporto pubblico ad impianto fisso e alternativo alla mobilità privata». Inoltre la variante offre «l'opportunità di approfondire la riflessione sulle nuove relazioni fra la città densa e l'asse dei servizi attrezzato». Riflessione ritenuta necessaria anche «per programmare la riallocazione di alcune importanti funzioni strategiche ed evitare una mera sottrazione dalle periferie urbane e dal centro storico verso l'asse Declassata, che si appresta a diventare, appunto, il baricentro di un sistema di servizi e funzioni articolate e complesse, che devono trovare una valorizzazione e un ruolo più ampio, di carattere metropolitano».
Tanto apprezzamento è stato smontato nelle parole dei rappresentanti dell'opposizione. E se Giovanni Luchetti (Forza Italia) ha chiesto esplicitamente di «non impuntarsi su questo progetto, che è una proposta di retroguardia anche rispetto a come vanno le cose in Toscana. Date invece la possibilità di aprire un confronto vero sul futuro della città e dell'area Ex Banci», non di meno Goffredo Borchi (Forza Italia) ha denunciato «i rischi di una proposta che viene prima della variante generale, che alla fine non è detto collimi con questa anticipazione, e che soprattutto sconta una mancanza di visione d'insieme, col pericolo che si acuiscano, per lo spostamento di importanti funzioni sulla Declassata, i problemi del centro storico, che è il cuore della città, e delle stesse periferie il cui tessuto urbano, che pur ancora è ritenuto un esempio da preservare, può essere stravolto da una massa d'interventi, dal polo espositivo alla Multisala, che insistono tutti sul medesimo asse».
Più articolata la posizione dell'opposizione di sinistra, con il consigliere Mauro Vannoni che ha riconosciuto la necessità «di rivisitare il Piano Secchi, per i mutamenti interventi, ma ciò avrebbe richiesto che il processo fosse accompagnato da studi e approfondimenti sulle esigenze e i bisogni della città». Più o meno la critica sollevata anche dal capogrupppo di Rifondazione Leonardo Becheri «per il quale c'è bisogno comunque anche di altre risposte, almeno in termini di indirizzi generali, sulla mobilità e sul centro storico». Non senza dimenticare la parteipazione: «Ci sono tutte le condizioni per avviare nei prossimi mesi un reale percorso partecipativo, che può apportare un miglioramento importante alle questioni poste».
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