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Comune di Prato

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14/03/2008 15:58
Consiglio Comunale La relazione introduttiva dell'assessore Ciuoffo

Variante Declassata, meno costruito anche col polo espositivo

Il sindaco: «Non possiamo permetterci di non dare risposte alla città»
«Sui tre “nodi“ che costituiscono la “variante Declassata” anticipiamo principi e sperimentiamo linee guida propri della pianificazione generale». L'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo non è la prima volta che si esprime in questo modo, quando parla della Declassata e del progetto di traformazione urbanistica, ma nelle sue parole pronunciate questa volta in apertura del dibattito in Consiglio comunale, dedicato ancora una volta al tema urbanistico, si è avvertita la novità. E così quello che è stato, nell'arco di questi mesi, un concetto manifestato in più circostanze, ha trovato, ieri giovedì 13, una sua esplicazione. Come una loro esplicazione hanno trovato altri concetti abusati nell'arco di più momenti, ad iniziare dalla cosiddetta “perequazione”, ossia lo strumento scelto affinchè il rapporto fra il costruito e il non costruito sia equilibrato, per evitare il formarsi di posizioni di rendita altamente redditizie a scapito di altre. E fra la città che tende a completarsi e i suoi spazi, quest'ultimi, che poi si chiamano “luoghi pubblici” (parcheggi, verde, servizi), non saranno mimimizzati. Tut'altro. Tutto il progetto, compreso la variante anticipata per la Declassata, si regge «sul ruolo forte dell'Ente locale, sul ruolo forte, da guida di ogni trasformazione, dell'interesse collettivo». E l'assessore ha fornito anche i numeri su cui poggia il suo ragionamento, non senza aver ribadito che si «è dentro alle previsioni del Piano Secchi, perchè non stiamo facendo un nuovo Piano, ma una revisione di quello esistente». Nei tre “sub-sistemi” che compongono la cosiddetta “variante Declassata” (il nodo 1 Questura-area ex Banci; il 2 Soccorso-via Nenni; il 3 Capezzana-Galciana) si prevedono 295 mila metri quadri di superficie costruita, comprensivi anche dei terreni su cui edificare il polo espositivo. E pur vero che c'è una maggiore densità nel primo sub-sitema, per effetto appunto, della preventivata realizzazione del centro fieristico/congressuale, ed è l'unica proiezione, ammette Ciuoffo, fuori scala di 26 mila metri quadri rispetto a quanto contemplato da Secchi (chiosa Ciuoffo: «Secchi nel suo piano prevedeva, anche se non in modo puntuale, che sorgesse nella ex Banci un centro di servizi avanzati»), ma nel complesso la “variante Declassata” disporrà di 350 mila mq in meno di suolo occupato. Una consistente riduzione edificatoria, conseguente alle modifiche già apportate all'art. 23 del Regolamento urbanistico. Non solo, nel sistema in questione, denominato Questura-Ex Banci, a riequilibrare la presenza del polo espositivo nascerà un parco di 34 ettari, e nel complesso la “variante” prevede 65 ettari di “luoghi pubblici”, così suddivisi: 56,6 ettari di aree verdi (oltre al parco fra il viale della Repubblica e via Valentini una zona boschiva fra la Tangenziale e Galciana), 7,8 ettari di parcheggi, 6 di impianti sportivi. Come dire che i cosiddetti standard aumentano notevolmente. Il piano Secchi prevedeva, infatti, 52 mq di aree verdi per ogni 100 metri cubi di residenza, che corrispondono a 33 mq di suolo occupato, un indice di 1,57 (1,57 mq di verde per ogni metro quadro costruito), la nuova ipotesi, derivante dalle nuove norme del Regolamento urbanistico, porta gli standard per le aree verdi ad un indice del 2,24 (2,24 mq di spazi pubblici per ogni metro quadro costruito), con un raddoppio delle superfici libere, nell'ordine del 47%. E ancora: anche lungo l'asse la Declassata sarà contemplata quella previsione, già spuntata nell'art. 23 modificato, di riservare un 20% delle abitazioni all'edilizia “sociale”. «Non possiamo dire - nota Ciuoffo - dove puntualmente questa riserva sarà realizzata, perchè non è questione da Piano strutturale, ma è importante confermare questo indirizzo anche per la “variante Declassata”. Ma Ciuoffo va oltre e spiega un altro concetto: la “contemporaneità”. «Ruolo forte degli interessi collettivi nelle trasformazioni urbanistiche significa anche che non possono più esservi azioni private che vanno avanti mentre il resto rimane al palo. Tutto deve procedere insieme, in una visione unitaria di gestione dei processi». Dibattito, conseguente all'introduzione dell'assessore, pieno di osservazioni critiche. La risposta del sindaco, in conclusione, non si è fatta attendere, anche con un alto riferimento letterario: “L'elogio del dubbio” di Bertold Brecth. «Sono stato il primo ad avere consapevolezza delle difficoltà, dei rischi - ha affermato il primo cittadino - cui si può incorrere nel spostare funzioni cittadine lungo la Declassata. Ma la prima consapevolezza che dobbiamo avere è che non possiamo permetterci di stare fermi, abbiamo il dovere di dare risposte alla città, perchè non possiamo non essere in grado di apportare soluzioni in rapporto ai cambiamenti in corso».
262/08

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