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Comune di Prato

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07/05/2008 12:04
Consiglio Comunale Presentato dal consigliere Pd, Luciano Bartolotti

Question time sulla necessità di garantire la libertà di culto

'Prevedere nel contesto urbanistico luoghi destinati a culti diversi da quello cattolico'
Una domanda di attualità circa l'opportunità di garantire il pluralismo religioso, prevedendo nei piani urbanistici la realizzazione di luoghi di culto diversi da quello cattolico, è stata presentata dal consigliere del Gruppo Democratico in consiglio comunale, Luciano Bartolotti. 'Data una forte presenza sul territorio di immigrati stranieri che professano fedi diverse e data anche l'esigenza di cittadini italiani che non si riconoscono nel cattolicesimo', il consigliere Bartolotti chiede se l'amministrazione comunale non 'debba salvaguardare rapporti equilibrati di convivenza' ricercando soluzioni a questo problema e 'non ritenga doveroso respingere ogni forma di discriminazione, sia in relazione alle fedi che alle etnie, riconfermando i caratteri di laicità per i quali, anche in materia di fede, il rispetto dei doveri si accompagna al riconoscimento dei diritti'. La domanda di attualità di Bartolotti scaturisce dalla preoccupazione, che emerge dal dibattito di questi ultimi giorni, che 'si tenda a discriminare confessioni diverse da quella cattolica e a creare un clima di allarme sociale con accenti che sfiorano il razzismo e declinano verso manifestazioni di pensiero fondati sull'intolleranza'. Testo integrale question time del consigliere del Gruppo Democratico, Luciano Bartolotti. Premesso che da un po’ tempo si leggono sulla stampa cittadina notizie che sollevano la questione della libertà di culto, sancita dalla Costituzione e comunque parte integrante di ogni concezione democratica cui ispirare i rapporti civili e sociali; considerato che nel dibattito che si è sviluppato emergono elementi di preoccupazione, nel senso che si tendono a discriminare confessioni diverse da quella cattolica, fino a spingersi a mettere in discussione credi cristiani solo perché praticati da etnie diverse dalla nostra; constatato che si tende a creare un clima di allarme sociale, per giunta sul delicato tema delle professioni di fede, con accenti che sfiorano il razzismo e che declinano verso manifestazioni di pensiero inaccettabili, in quanto fondati sull’intolleranza; chiedo se l’Amministrazione comunale, in conformità alle normative di legge e alle regole di convivenza, nonché in rispetto dei nostri modelli culturali, non debba nel contesto delle previsioni urbanistiche prevedere destinazioni per luoghi di culto diversi da quello cattolico, per garantire il pluralismo religioso, in considerazione sia di una forte presenza sul territorio di immigrati stranieri, che si riferiscono ad altre professioni di fede, sia di esigenze derivanti da cittadini italiani che non si riconoscono nel cattolicesimo; se la stessa Amministrazione comunale non debba, nel ricercare queste soluzioni, tener presente i contesti territoriali, in modo da salvaguardare rapporti equilibrati di convivenza; se la stessa Amministrazione non ritenga, al contempo, doveroso operare per respingere ogni forma di discriminazione, sia in relazione alle fedi che alle etnie, riconfermando i caratteri di laicità propri del nostro sistema democratico, per cui il rispetto dei doveri si accompagna al riconoscimento dei diritti anche in fatto di espressioni di fede, contrastando atteggiamenti, che per quanto possano apparire popolari, confliggono con una matura e democratica coscienza civica.
437/08

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