16/05/2008 18:11
Economia
L'incontro con la commissaria europea Meglena Kuneva
Prato chiede un'etichetta obbligatoria per i prodotti importati
Alla rappresentante di Bruxelles consegnata la petizione di Acte sulla sicurezza delle merci tessili
«Siamo per la libera circolazione delle merci, ma chiediamo alla Commissione europea un impegno per regole che disciplinino la concorrenza dei mercati». Nelle parole dell'assessore allo Svilupoo economico Fabio Giovagnoli del Comune di Preto, che detiene anche la segreteria generale di Acte, l'associazione che riunisce le comunità tessili europee, c'è tutto il senso della odierna (e pomeridiana) tappa pratese del commissario europeo per la tutela dei consumatori Meglena Kuneva. Ricevuta in Palazzo comunale dal vice sindaco Roberto Bencini, dallo stesso Giovagnoli, alla presenza del prefetto Eleonora Maffei, al commissario Kuneva è stata consegnata la petizione lanciata da Acte, insieme alle confederazioni sindacali europee tessili e alle associazioni dei consumatori, sottoscritta da quasi 150 territori industriali dell'Unione, nella quale eslicitamente si chiede che l'Europa, come fatto per i giocattoli, si faccia interprete dei diritti dei consumatori e vieti anche per il settore moda l'utilizzo di sostanze nocive nellafabbricazione dei prodotti, in ogni punto della filiera tessile.
Ma quel che è emerso da Prato, in sintonia con questo esigenza di tutela dei diritti dei consumatori, «diritti che fanno parte del codice fondamentale della nascita dell'Unione europea», è una richiesta, sostenuta anche da Valeria Fedeli a nome delle confederazioni sindacali tessili continentali, rinverdita in più circostanze e nei numerosi contatti del distretto con Bruxelles, di procedere all'istituzione della etichettatura obbligatoria d'origine, il marchio “Made in”, per tutti i prodotti d'importazione. Negli incontri prima con la giunta, coi consiglieri regionali (Alberto Magnolfi e Fabrizio Mattei) e i gruppi consiliari (Goffredo Borchi), con i parlamentari (l'on. Andrea Lulli), con la Camera di Commecio (il presidente Carlo Longo) e con la Provincia (il vice presidente Daniele Panerati), e successivamente, nell'Aula consiliare, con i rappresentanti delle categorie economiche e sociali e le sigle locali delle associazioni dei consumatori, la richiesta è stata unanime: avere un marchio d'indicazione geografica obbligatoria sui prodotti d'importazione «perchè è inconcepibile - per dirla con Giovagnoli - che ad oggi i prodotti tessili europei debbano avere un'etichetta obbligatoria se esportati in Cina, Giappone o Stati Uniti, mentre non avviene il contrario per le merci importate nel territorio dell'Unione europea».
E' un problema di salute dei consumatori, e conseguentemente dei lavoratori che non sono esposti a sostanze dannose, e di salute dell'ambiente, ma è anche un problema di regole di concorrenza, di sopravvivenza dei settori manufatturieri. Prato chiede a gran voce questa reciprocità sui mercati internazionali, chiede a gran voce che si usino regole uguali nei processi produttivi, compresi i processi produttivi tessili, affinchè le imprese, e le imprese del distretto, abbiano anche gli stessi costi. «Non è possibile - ha affermato l'on. Lulli - che l'Europa non decida sull'etichetta obbligatoria, per il prevalere delle ragioni delle grandi imprese e della grande distribuzione a scapito dei settori manifatturieri diffusi sul territorio. Senza industria manifatturiera si indebolirebbe l'idea stessa d'Europa». E con lui il presidente Longo della Camera di Commercio: «Abbiamo il più grande impianto di depurazione d'Europa, a cui sono allacciate circa 300 aziende. Ne siamo contenti. Siamo contenti di produrre con regole che abbiano attenzione all'ambiente. Ma tutto ciò ha un costo. Bisogna che i mercati siano in linea con queste esigenze».
La commissaria Kuneva ha accolto le richieste provenienti dal settore moda e dal distretto tessile: «La Commissione condivide questa richiesta di uguaglianza. Condividiamo la petizione di Acte e la necessità di salvaguardare i consumatori. L'economia deve essere aperta a tutti e tutti devono operare con le stesse regole». La strada è però ancora lunga, anche perchè la stessa commissaria non ha «nascosto che esistono alcuni problemi a livello del Consiglio europeo», l'organismo che riunisce i governi dell'Unione.
Comunque Prato non si arrende e continua la sua iniziativa per il “Made in”. A tutela dei consumatori, ma anche per la sua industria.
497/08
Condividi su: