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Comune di Prato

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25/05/2008 14:02
Ambiente Il progetto approvato dalla giunta lo scorso martedì

Energia elettrica “pulita” prodotta nelle aree di “laminazione”

Pannelli fotovoltaici “privati” in cambio di una percentuale di energia elettrica come canone. Quando terreni pubblici possono trasformarsi in “business ecologico”, con soddisfazione sia per le parti private che per la parte pubblica. E' l'idea che hanno avuto gli uffici del servizio “Mobilità, Ambiente e Grandi infrastrutture”, tradotta in una delibera, approvata martedì scorso dalla giunta, su proposta degli assessori Enrico Giardi (Lavori pubblici), Camilla Curcio (Ambiente), Fabio Giovagnoli(Sviluppo economico), per “valorizzare” (in gergo amministrativo si dice così) quei terreni, a ridosso della costruenda Seconda Tangenziale, che sono utilizzati come “aree di laminazione”. Allo stato attuale circa 10 ettari (ma arriveranno a 15) di territorio acquistato dal Comune per raccogliere le acque piovane e scongiurare eventuali rischi idraulici, che si estende ai lati del nastro d'asfalto che da Montemurlo si spinge fino a Quarrata, congiungendosi con la Declassata e con le aree industriali pratesi. Senza le “aree di laminazione” l'arteria che sta sorgendo ai confini ovest di Prato non avrebbe potuto nascere, anche se le possibilità di allagamento di questo pezzo di città che sa ancora di campagna sono ritenute episodiche. Sta di fatto che per la loro “valorizzazione economica”, data anche la difficoltà di ipotizzare la loro trasformazione in spazi di verde pubblico, per la loro lontananza dai nuclei abitati, compresi quelli periferici, si è pensato bene di raccogliere le opportunità offerte dalla legislazione in materia di energie rinnovabili, in particolare fotovoltaica. E così, anche per dare risposta a proposte già pervenute sui tavoli del Comune da parte di imprese private e dell'Unione industriale pratese, la giunta ha ritenuto di dare il proprio via libera all'installazione di pannelli fotovoltaici, da parte di soggetti non pubblici, sui terreni di “laminazione” della Seconda Tangenziale. I pannelli fotovoltaici, come è noto, sono divisi in celle, che riescono a produrre energia elettrica pari a circa 1 Mwp ogni 7500 mq di superficie. Il calcolo fatto dagli uffici è stato consequenziale: per installare 7500 mq di celle fotovoltaiche occorrono 15 mila metri quadri, quanto alla fine sarà destinato alla raccolta di acque piovane. «Con tutta evidenza - dichiarano in coro gli assessori interessati - si tratta di un'occasione per la produzione di energia “pulita”». Anche perchè i terreni interessati rischierebbero di diventare un “peso” per l'Amministrazione comunale in termini di manutenzione e gestione. In cambio della disponibilità a far installare pannelli fotovoltaici “privati” su terreni di priorietà pubblica il Comune richiederebbe un canone di locazione. Canone non monetario, ma calcolato in termini di cessione all'Amministrazione di una quota parte dell'energia elettrica prodotta. Per dare un po' di numeri: 15 ettari di territorio consentono la produzione di 1.350.000 Kwh/anno, per un valore economico di circa 600 mila euro. Se l'operazione andasse in porto, fissando il canone al 4% dell'energia prodotta, significherebbe un cespite per il Comune, in termini di minori consumi elettrici, di circa 24.000 euro/anno, ossia 1600 euro anno per ettaro. Gli uffici hanno calcolato che in pochi anni si avrebbe il reintegro del capitale. Senza considerare che i risparmi energetici avrebbero un valore “strutturale”. L'unico vincolo, di per sè ovvio, è che i terreni conservino la funzione cui sono destinati di raccolta di acque piovane. «Certo - dicono ancora Curcio, Giardi e Giovagnoli - occorre verificare la fattibilità tecnica e amministrativa dell'operazione. Ma se le condinzioni sussistessero siamo in presenza di una scelta di politica ambientale molto interessante. Salvaguardia del territorio, mettendolo al riparo dal rischio idraulico, e produzione di energia “pulita” andrebbero di pari passo. Con risparmi sui consumi dei propri servizi e quindi con minori costi per l'ente Comune».
531/08

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