10/07/2008 14:44
Finanze
Romagnoli e Bencini incontrano le categorie economiche
«Troppi tagli, difficile fare i bilanci»
Nei prossimi tre anni possibili 30 milioni di euro di minori trasferimenti. Intanto il Comune vanta 40 milioni di crediti dallo Stato
«Non vogliamo creare allarmismi, ma certo siamo molto preoccupati». E le preoccupazioni del sindaco Marco Romagnoli, espresse ai rappresentanti delle categorie economiche e sociali e dei sindacati, appositamente convocati stamani in Palazzo comunale, riguardano i bilanci futuri del Comune, ad iniziare dal quello di previsione 2009, «se le norme contenute nella Finanziaria non vengono modificate».
All'appello del bilancio del Comune di Prato, secondo le stime formulate dalla Ragioneria comunale e illustrate ai presenti dal vice sindaco e assessore alle Finanze Roberto Bencini, potrebbero mancare, in tre anni, 30 milioni di euro: 8,8 il prossimo anno, 12 il secondo anno, 17,3 il terzo anno. “Tagli” veri e propri nei trasferimenti ai Comuni, che però non sono gli unici: «Ai tagli diretti - secondo il sindaco - si aggiungeranno quelli indiretti, che riguarderanno principalmente la scuola e le attività sociali. In queste condizioni non basterà qualche accorgimento, anche perchè francamente a Prato altri risparmi non sono possibili. L'indebitamento è stato notevolmente ridotto ed anche la spesa corrente, tanto che abbiamo un rapporto fra dipendenti e popolazione frai più bassi d'Italia».
E dire che, nelle parole di Bencini, questa possibile “mazzata” avverrebbe quando i conti dell'Amministrazione volgono al sereno: «Il consuntivo 2007, che presenteremo nel prossimo Consiglio comunale, ci dà una certa soddisfazione: le entrate sono aumentate per effetto della lotta all'evasione, partite straordinarie che i sindaci revisori avevano giudicato di “dubbia esigibilità” e che invece non sono state tali per circa 12 milioni di euro, i risparmi di spesa corrente sono stati indirizzati agli investimenti, il peso dei debiti, in virtù di una loro contrattazione a tassi più bassi, è sensibilmente diminuito».
Ma le prospettive non sono rosee, intanto perchè l'Ici, «l'entrata su cui i Comuni facevano più affidamento» (Bencini), è sparita e poi perchè anche l'Irpef è bloccata: «Anche noi non prevedevamo aumenti della pressione fiscale nei prossimi due anni, ma perchè eravamo sicuri, come è stato, della nostra volontà di combattere l'evasione». Come se non bastasse il capitolo Ici (i rimborsi per la sua eliminazione) non è scontato. Lo spiega il sindaco alle categorie economiche e sociali: «Doveva essere una semplice partita di giro. Doveva!». Intanto, il decreto finanziario fotografa la situazione al 2007, «per cui - puntualizza Bencini - tutti i nuovi edifici, nati nel frattempo, non entrano nel conto». E poi perchè si apre un problema di liquidità: entro luglio dovrebbe arrivare il 50% del saldo delle entrate Ici 2007, l'altro 50% dovrebbe arrivare («forse», esclama il sindaco) entro dicembre. Per non parlare della copertura. L'argomento è introdotto da Bencini: «Dalla discussione in Parlamento è emerso che per i rimborsi Ici mancherebbero 900 milioni di euro». Fatti un po' di conti al Comune di Prato ne mancherebbero 3 o 4, che si aggiungerebbero ai 2,7 di fatto venuti meno per effetto dell'operazione “case rurali” fatta dal precedente governo.
Il Comune, anche per altri motivi, rischia una forte crisi di liquidità («stiamo infatti differendo i pagamenti», ancora Bencini): l'Amministrazione pratese vanta circa 40 milioni di crediti nei confronti dello Stato, fra cui 13,3 milioni di euro di addizionale Irpef che non sono ritornati in città. La voce crediti è ferma al 2004: tutte cifre riconosciute, ufficiali, già inserite nella “competenza” del bilancio, ma che in cassa non ci sono.
Niente allarmismi, ma la chiusura non è stata serena: «Se non cambia il quadro, è chiaro che vi sono pericoli per i servizi».
730/08
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