24/07/2008 16:12
Consiglio Comunale
L'assessore Ciuoffo introduce la “variante Declassata”
«Il progetto pubblico guida la trasformazione urbana»
La “città pubblica”, prima di tutto. Dovendo spiegare al Consiglio comunale, e racchiudere in un'immagine, il senso più profondo della cosiddetta “variante Declassata”, che anticipa la più ampia revisione del Piano strutturale, l'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo è partito proprio da lì: dalla “città pubblica”, dall'ipotesi di creare una “nuova città”, con un polo eventi e funzioni superiori, nell'area della ex Banci. Certo la “variante” in questione non è solo questo e prende in esame l'intero asse urbanistico tagliato dal viale Leonardo da Vinci, suddividendolo in tre “nodi”: il sistema ex Banci/Pratilia (nodo 1), il sistema del Soccorso (nodo 2), il sistema di Capezzana (nodo 3). Ma è indubbio che il fulcro è costituito dal Parco Expò, o come ha sostenuto l'assessore, in apertura del Consiglio chiamato ad adottare l'ipotesi urbanistica, da un unitario principio ispiratore su cui ruota il progetto per la Declassata: «Organizzare la risorsa territorio e le risorse insediative per dare completezza alla “città pubblica”». Che poi significa dare concretezza, senza espropri, al polo eventi, al parco (sui due lati dell'arteria attorno al centro espositivo), ai servizi, «mettendo in gioco aree pubbliche, nella convinzione che non sia il diritto edificatorio ma la proposta pubblica a fungere da attore del progetto di trasformazione».
Ciuoffo, però, è andato ben oltre nella sua illustrazione della “variante Declassata”, perchè in essa, come è scritto anche nella delibera per l'adozione, si «anticipano i principi ed i criteri che orienteranno la revisione generale del Piano». «Non dobbamo limitarci ad un semplice riassunto - ha sentenziato l'assessore all'Urbanistica nella sua introduzione - dei metri quadri e dei metri cubi, non stiamo operando nella logica dei vecchi piani regolatori, con i loro vincoli e i loro numeri. Stiamo operando, oggi con la variante Declassata e domani con quella generale, su un altro orizzonte che è quello della “competizione” con altri sistemi territoriali. Le trasformazioni urbanistiche avvengono se si rimettono in gioco le risorse di un territorio, per dotarlo di una rete infrastrutturale migliore rispetto ad altre parti e porlo in concorrenza con altri organismi locali». In questo senso, continua Ciuoffo, «Prato occupa una posizione che è un punto d'inizio e d'intersezione di un'area più vasta». E la funzione “metropolitana” compone il glossario urbanistico che dalla Declassata si estenderà alla più generale revisione del Piano strutturale. Un glossario che, assieme alla dizione “area metropolitana”, è costituito dalle seguenti altre voci: perequazione, la parte edificata deve nascere insieme agli spazi aperti di uso collettivo; riuso, non occupare il suolo pubblico ma puntare alla ristrutturazione e all'utilizzo dei manufatti esistenti; dinamicità, Prato dispone di più territorio e più impresa, si tratta di attivarle in funzione di una nuova scommessa di sviluppo; nuova edilizia e quindi qualità architettonica e maggiori standard.
Il tutto stando dentro le previsioni del “Piano Secchi”: nei tre nodi della “variante Declassata” le quantità per la residenza sono inferiori di circa 350 mila metri quadri in termini di suolo occupato e di circa un milione di metri cubi in termini di costruito, con 450 mila metri cubi di edificato destinati, nonostante la riduzione, al cosiddetto “privato/sociale”. Certo c'è un'addensamento nell'area ex Banci, sia di commerciale che di residenza, anche se la vera previsione fuori scala è rappresentata dai 56mila mq del “centro eventi”.
Le conclusioni dell'assessore: «Anticipiamo oggi una più generale ipotesi urbanistica che prefigura un nuovo modello di espansione della città, nel quale confluiscano attese, progetti, verifiche di sostenibilità, letture dei bisogni, inquadramenti prospettici. E' il lavoro impostato per la revisione del Piano strutturale, per la creazione di una ipotesi di trasformazione urbana concreta, attuabile, che sia sostenuta dai portatori di progettualità e risorse. Una scommessa che non è solo dell'Amministrazione comunale ma di tutti i soggetti che rappresentano il sistema istituzionale del territorio. Una scommessa da condividere coi cittadini».
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