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Comune di Prato

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25/07/2008 11:33
Consiglio Comunale Replica del sindaco alle obiezioni sulla “variante Declassata”

«Il nostro merito è affrontare i problemi»

«Facciamo e avevamo il dovere di fare. Curioso che, nel dibattito, si sia stati invitati a non procedere. Come se questo avesse portato soluzioni ai problemi della città». Ha chiuso così il sindaco Marco Romagnoli, fra gli applausi convinti della sua maggioranza, nessuno escluso, il dibattito in Consiglio comunale dedicato all'adozione della “variante Declassata”, scagliandosi contro «la troppa confusione che si è fatto su questa questione, fino al punto che da una parte si dice che è da 30 anni che si parla di un polo espositovo, dall'altra, proprio perchè se ne parla da tempo, siamo invitati ad arrestare il tutto. E' un modo di argomentare che suscita molte perplessità». Ma quello disegnato dal sindaco, in conclusione della discussione, non è “attivismo di maniera”: «Siamo stati imputati, con questo atto, di voler risolvere i problemi dell'occupazione, di arrestare l'emorragia di posti di lavoro. Lasciamo stare, l'economia è una cosa seria. La nostra scelta è un contributo al processo di diversificazione delle attvità produttive, che è già in atto». Un contributo «necessario», nelle parole del sindaco, perchè «avevamo un Piano strutturale, quello di Secchi, al cui interno peraltro restiamo per quanto riguarda le quantità, che mostrava la corda su alcuni aspetti non indifferenti, come ad esempio il Macrolotto zero e le aree dei Macrolotti, per non parlare dello sviluppo residenziale. Per questo dovevamo intervenire». «Siamo stati noi - ha proseguito il sindaco - che abbiamo tagliato, con modifiche al Regolamento urbanistico, metri e metri cubi per quanto riguarda le future edificazioni. Sento parlare di università. Ma siamo stati noi a porre la questione, a prefiguare con Firenze l'espansione dell'ateneo a Prato. Così come siamo stati noi a lanciare l'idea di un campus universitario nell'attuale area ospedaliera quando si trasferirà». Già il nuovo ospedale: «Il Comune se lo paga. Potevamo tentare di recuperare i 42 milioni del nostro contributo finanziario valorizzando, in termini edificatori, le aree pubbliche Salvi-Cristiani. Una previsione in tal senso c'era. Abbiamo scelto diversamente, nella convinzione che non potevamo vincolare l'urbanistica alle esigenze di cassa dell'Ente». «Questo per dire - ha continuato il sindaco - che questa amministrazione è stata, ed è, molto attenta ai valori sociali e di sostenibilità del territorio. Anche sulla Declassata tagliamo un milione di metri cubi di costruzioni residenziali. prevedendo tra l'altro un notevole intervento per l'edilizia sociale. E poi già il Piano Secchi contemplava il polo espositivo. Abbiamo solo allargato la previsione da 20 mila a 50 mila metri quadri, perchè ci è stato chiesto, quale necessario standard minimo. Ha ragione il consigliere Roberto Caverni che, con onestà intellettuale, ha riconosciuto che rappresenta un'opportunità. C'è la crisi, ed è pesante per il nostro distretto, ma che considerazione è quella per cui, siccome la nostra economia è in crisi, dobbiamo rimirarla, stando inermi. La crisi non può bloccare l'azione di governo. Anzi il governo, proprio perchè le cose non vanno bene, ha il dovere verso i cittadini di indicare progetti ed interventi che offrano un contributo ad affrontare i nostri problemi. E' un merito di questa Amministrazione».
784/08

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