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Comune di Prato

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25/07/2008 13:13
Consiglio Comunale La relazione di Bencini sul conto consuntivo 2007

«Bilancio in salute, ma prospettive nere»

«E' una situazione kafkiana». Il vice sindaco e assessore alle Finanze Roberto Bencini, in apertura del dibattito odierno in Consiglio comunale dedicato all'approvazione del consuntivo 2007 del Comune, non si trattiene e scomoda cotanto riferimento al grande intellettuale boemo per descrivere la situazione finanziaria dell'Ente locale. Già perchè mentre gli indicatori monetari sono positivi (evasione recuperata, entrate aumentate, spesa corrente in calo, legge 10 degli oneri di urbanizzazione tutta spostata sugli investimenti, ridotto consistentemente l'indebitamento portato sotto il 90% delle entrate, quando la media dei Comuni italiani si attesta al 104%), tanto che l'agenzia Standard e Poor's avrebbe anche innalzato la certificazione A+ se non avesse avuto la preoccupazione di non assegnare a Prato un rating superiore a quello dello Stato italiano, a rendere oscuro l'orizzonte di Bencini, fino a rifarsi a Kafka, è la crisi di liquidità del Comune. Ma non perchè il bilancio non goda di «buona salute», semplicemente perchè lo stesso Comune «è in credito di 40 milioni di euro nei confronti dello Stato». Soldi già conteggiati, in quanto ufficialmente riconosiuti, nel cosiddetto “bilancio di competenza”, ma che non si trovano in cassa in quanto non ancora saldati. Inoltre ad aumentare il cruccio dell'assessore per le casse vuote c'è anche il fatto che «la notevole stabilità finanziaria» si sposa con «l'ampliamento della base dei servizi, con più cittadini serviti». E questo nonostante una pressione fiscale e tributaria, 422 euro per abitante (in diminuzione: nel 2006 erano 446 euro, nel 2005 443), che colloca Prato all'ultimo posto fra i capoluoghi toscani. I numeri della “salute” dei conti comunali sono citati da Bencini: la spesa corrente è tornata ad essere, in termini reali, quella del 2005; il debito a lungo termine è calato di 19 milioni di euro; il valore netto del patrimonio, suddiviso per ogni abitante, è di 3105 euro; gli investimenti nel triennio 2005-2007 si attestano a quota 103 milioni. Tutto con un numero di dipendenti in raporto alla popolazione (55 ogni 10 mila residenti) fra i più bassi e un'autonomia finanziaria (la capacità di autofinanziamento per far fronte ai servizi con risorse proprie) che ormai raggiunge il 70% delle entrate. A preoccupare Bencini non sono però solo i crediti statali, al momento solo vantati. C'è dell'altro. Ci sono le prospettive di una Finanziaria che, spiega il vice sindaco, «colpisce nuovamente i Comuni e che, secondo le stime effettuate, vedrà passare nel biennio 2010-2011 i “tagli” agli Enti locali da 1 miliardo a 5 miliardi di euro. E ciò nonostante i Comuni abbiano raggiunto l'equilibrio di bilancio, passando da un deficit di 4 miliardi a più 300 milioni. Senza contare che, nel 2007, fra tutti i livelli istituzionali, i Comuni sono stati i maggiori investitori in Italia». Cupo e secco il giudizio dell'assessore alle Finanze: «Con queste premesse sarà difficile fare il bilancio 2009, con tutto quel che ne consegue, in peggio, per i cittadini, in virtù della politica del governo nazionale». La battuta finale è amara: «Si parla tanto di federalismo fiscale e in linea di principio trattenere i soldi più vicini ai territori non è sbagliato. Aumenterebbe anche la responsabilità degli amministratori locali. Ma poi, vivaddio, l'unica imposta “federale”, l'Ici, viene abolita». No, per Bencini il futuro, almeno stando alla manovra finanziaria, non è un granchè.
785/08

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