31/07/2008 11:46
Consiglio Comunale
Il sindaco replica ai question tima su “sicurezza e esercito”
«Non siamo assediati dalla criminalità»
«Ci avrebbero mandato marinai e paracadutisti, non vedo proprio come sarebbe stato possibile impiegarli». Il sindaco Marco Romagnoli, in apertura di Consiglio comunale, si è cimentato nuovamente sul tema “sicurezza ed esercito”, sollecetitato da due diversi “question time”: uno presentato dal gruppo di Forza Italia e firmato dai consiglieri Roberto Baldi, Giovanni Luchetti, Goffredo Borchi e Rita Pieri, l'altro del consigliere democratico Andrea Ballini.
Col suo “question time” il gruppo di Forza Italia chiedeva al sindaco «di sapere quali sono i motivi che portano a richiedere quello che non c'è (maggior numero di carabinieri) e a respingere quello che c'è», e se lo stesso sindaco non ritenesse «incongruo», dopo aver chiesto per anni al governo maggiori organici, «rifiutare un supporto concreto e immediato dello Stato a favore del nostro Comune». Per i consiglieri del gruppo di Forza Italia, infatti, dalla popolazione avanza, in modo «sempre più pressante», la richiesta «di una maggiore presenza dello Stato», dato che vi sono zone della città «ove si ripetono episodi di violenza e dove la libertà dei cittadini è seriamente compromessa».
Di tutt'altro tenore il “question time” del consigliere Baldini che, nel criticare il governo che «dichiara una immaginaria guerra», mentre le forze di polizia «sono lasciate a piedi senza benzina, oppure subiscono tre miliardi di tagli ai loro bilanci», domandava al sindaco «se il livello di sicurezza nella nostra provincia sia tale da giustificare l'offerta del governo» di un invio di reparti militari, e al contrario se non fosse il caso «di far presente all'esecutivo nazionale che non c'è alcun livello di eccezionalità nella nostra provincia».
Nella replica il sindaco ha negato che per Prato valessero quegli elementi di “eccezionalità e urgenza”, con cui lo stesso governo giustifica l'uso dell'esercito. «A dirlo è stato il Comitato per la sicurezza - ha scandito il sindaco - che ha fatto una valutazione sulla situazione pratese». Quanto poi alle opinioni politiche, basta per tutte il giudizio espresso dai sindacati di Polizia e dal Cocer dell'esercito, «per i quali il provvedimento pregiudica i livelli di sicurezza nazionale», poichè taglia tre miliardi di risorse e non permette di sotituire chi andrà in pensione: «Si parla di 40 mila uomini che saranno sottratti per la sicurezza dei cittadini». Il sindaco ha anche replicato alle affermazioni di Forza Italia per cui l'esercito sarebbe stato reale, mentre l'invio di carabinieri, come da richiesta del Comitato per l'ordine pubblico, è incerto: «I carabinieri come è noto sono una forza armata. E lo stesso decreto parla preferibilmente di carabinieri». Prato ha un problema specifico, ha proseguito Romagnoli, «di illegalità economica e noi chiediamo al governo, nell'ambito del Patto per la sicurezza, di offrirci gli strumenti per affrontare questa questione». Non si può dipingere però una situazione che non c'è, come se «fossimo assediati dalla criminalità, anzi sarebbe il caso di abbassare i toni della polemica e di non continuare in un inutile allarmismo».
Roberto Baldi, per i colleghi di Forza Italia, ha spiegato che «l'offerta dell'esecito sarebbe stata un'opportunità per dare un briciolo di sicurezza in più ai cittadini», e che comunque «il Comune, prima di dire no alla proposta, dovrebbe spiegare cosa fa per rendere più sicura la città».
Ballini (gruppo democratico), al contrario, ha ringraziato il sindaco: «Il governo produce annunci e apparenza. Poi però il sistema della sicurezza, quello che tutti i giorni deve tutelarci, viene fatto saltare, lasciando senza risorse le forze di polizia».
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