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Comune di Prato

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24/10/2008 16:16
Consiglio Comunale Via libera in Consiglio a maggioranza alla variante al Ru

Approvate le nuove regole per costruire e ristrutturare

La modifica mette mano alla città-fabbrica con snellimenti nelle trasformazioni da produtticìvo a residenziale e nuovi criteri. Il dibattito
E' stata approvata ieri in Consiglio comunale con 24 voti favorevoli (Gruppo democratico, Italia dei Valori, Verdi e Comunisti italiani, più Roberto Baldi di Forza Italia) e 3 astensioni (Andrea Amerini di FI e Gianni Cenni e Gianluca Banchelli di An) la modifica delle norme di attuazione del Regolamento urbanistico, che introduce molte novità sulle ristrutturazioni degli ex edifici produttivi e ripensa la concezione della città-fabbrica. Il provvedimento è stato illustrato dall'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo: «Con queste norme interveniamo sulle criticità emerse negli ultimi anni durante i processi di trasformazione del territorio - ha spiegato Ciuoffo - Mentre infatti va avanti la discussione sulla pianificazione del territorio e si delinea una nuova filosofia urbanistica, alcune trasformazioni avvengono in modo non coerente. Così rispondiamo in modo snello e rapido alle esigenze che emergono». Le principali novità, com'è già noto, riguardano la maggiore elasticità per le ristrutturazioni dei capannoni sotto i 2mila metri quadrati, che potranno essere abbattuti per farci delle abitazioni, l'introduzione del criterio della superficie immodificabile e non più del volume complessivo come contraltare, lo stop alla costruzione di 'alveari' e all'eccessivo frazionamento residenziale con la soglia di 50 mq come superficie media delle abitazioni, il raddoppio degli standard di verde e parcheggi, il bonus di superficie per chi riserva il 20% degli alloggi a canone calmierato e l'utilizzo di terreni classificati come agricoli per i depositi all'aperto, cosa che da tempo chiedevano le ditte edili e di laterizi. Nel dibattito sono emersi diversi giudizi positivi sulle nuove regole: «La variante dà alla città l'opportunità di ridisegnare le ex aree produttive che creano solo difficoltà - ha esordito Andrea Ballini del Gruppo democratico - Si tratta di una scelta di grande responsabilità, con un grande lavoro degli uffici del Comune e della Commissione consiliare Territorio e Ambiente, che guarda alla qualità del vivere».L'impegno dei tecnici e dei commissari è stato sottolineato anche da Fabio Caregnato dello stesso gruppo: «E' una delle modifiche più importanti mai fatte al Regolamento urbanistico: oggi viene portato a compimento un percorso lungo e faticoso fatto dall'assessorato, dagli uffici e dalla Commissione, seguendo gli indirizzi dati dal Consiglio. La crisi del tessile ha innescato un ripensamento dell'urbanistica e di fatto da tempo era emerso che le trasformazioni in atto sugli edifici produttivi dismessi avvenivano senza un indirizzo preciso e senza standard. Con queste nuove norme abbiamo corretto questa situazione». Anche il capogruppo democratico Luca Roti ha avuto parole di assenso alla modifica: «I volumi diminuiranno, con oltre 2.500.000 di metri cubi di costruito in meno, mentre aumenteranno verde, parcheggi e qualità del vivere e dell'abitare: si va incontro alle attese della città, in un momento di crisi economica e sociale, con la previsione di importanti incentivi urbanistici, quote per gli affitti calmierati e misure che danno una risposta anche all'emergenza-case». Semaforo verde anche per Aurelio Donzella dell'Idv, che ha espresso apprezzamento 'per il cambiamento di direzione nel costruire, all'insegna di una maggiore sostenibilità'. Il capogruppo di An Gianni Cenni ha invece spiegato le ragioni dell'astensione del proprio gruppo: «Concordo con il grande lavoro svolto, ma non con parte dell'analisi politica fatta dall'Amministrazione comunale, perchè questi ammortizzatori urbanistici sono stati apportatti perchè le norme precedenti avevano comunque dato una cattiva lettura del territorio, senza prevederne i futuri sviluppi. L'astensione è dovuta soprattutto alla questione dei depositi all'aperto, perchè è vero che la modifica mette ordine nella 'deregulation' che prima regnava, ma lo schema è sempre troppo rigido».(cb)

cb

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