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Comune di Prato

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28/10/2008 13:04
Scuola Con una “lettera aperta” ad alunni, famiglie e insegnanti

Gregori solidarizza con la protesta contro il decreto Gelmini

«Condivido lo stato di preoccupazione degli insegnanti e dei genitori per lo scenario che si sta delineando in relazione al decreto Gelmini 137/2008 e alla Legge Finanziaria 133/2008», è l'icipit della “lettera aperta” che l'assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Gregori ha indirizzato “agli alunni, alle famiglie, agli insegnanti”. «La decisione di tornare al maestro unico nella scuola primaria - scrive Gregori - è del tutto priva di motivazioni educative, pedagogiche e storiche. La scuola dell’infanzia e la scuola primaria, da qualche decennio, funzionano con modelli organizzativi fondati su gruppi di insegnanti, che permettono particolare cura del rapporto con i bambini, diffusione di saperi e competenze». I servizi attuati, come l'estensione del tempo pieno, prosegue l'assessore «ottengono regolarmente i primi posti in tutte le indagini internazionali», mentre i «criteri di scelta dei contenuti del decreto del ministro Gelmini sono evidentemente lontani dalle esperienze condotte fino ad oggi nella nostra scuola, non sono sostenuti da scelte pedagogiche e non hanno previsto una attenta e sollecita consultazione degli esperti, degli operatori, dei genitori che vivono nel mondo dell’educazione e della scuola del secondo millennio» Per Gregori «Meno tempo scuola è la strada che porta sicuramente ad un alleggerimento della spesa dello Stato per un servizio primario che risponde alla garanzia del diritto all’educazione e allo studio. Il rovescio della medaglia è che avremo un impoverimento del bagaglio culturale ed educativo dei bambini e un aumento dei costi per le famiglie, senza garantire tuttavia i livelli qualitativi raggiunti ad oggi». Al contempo la riduzione degli insegnanti, «elemento importante del taglio dei costi, con ampia ricaduta sul lungo termine», ridurrà «le opportunità di individualizzazione del percorso scolastico rispondente ai reali bisogni dei bambini» e «impedirà la diffusione di competenze complesse, che nella società moderna sono diventate elementi dell’alfabetizzazione di base come, ad esempio, le competenze informatiche o le lingue straniere». Chiude Gregori: «La scuola deve cambiare in meglio, crescere, essere l’investimento per il futuro della nazione, non può e non deve essere impoverita e squalificata».
1052/08

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