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Comune di Prato

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07/11/2008 14:35
Consiglio Comunale Approvato il progetto nell'ex capannone in p. Gualchierina

Sì al centro culturale dell'associazione buddista cinese

L'atto ha provocato un'accesa discussione in aula tra centrosinistra e centrodestra, oltre l'aspetto urbanistico
Al termine di una lunga e accesa discussione, il Consiglio comunale ha approvato nella seduta di ieri il permesso di costruire all'associazione buddista della comunità cinese per realizzare la propria sede in un ex edificio artigianale di piazza della Gualchierina 19, affacciato su piazza del Mercato nuovo, dove organizzare attività sociali e di ritrovo. Il dibattito in aula si è allargato subito dalla questione urbanistica e ai temi dell'immigrazione e della libertà di culto. Della proposta la Commissione consiliare Territorio ed Ambiente si era occupata un anno fa: la prima volta l'istanza era stata presentata per realizzare un tempio buddista in un capannone dismesso di Viaccia e poi in piazza della Gualchierina. Il parere fu negativo per la mancanza del necessario riconoscimento legale e giuridico dello Stato italiano per le confessioni religiose, esistente attualmente per il buddismo tibetano, ma non per il culto cinese, e la Commissione decise di rinviare il giudizio alla revisione del Piano strutturale per una riflessione più ampia sulle diverse confessioni presenti a Prato. In virtù del parere, l'associazione, con sede in via Filicaia, ha modificato la propria forma e il proprio statuto trasformandosi in 'associazione culturale in attesa di riconoscimento' e si è iscritta nel Registro regionale delle Associazioni di promozione sociale nel settore culturale-educativo e di ricerca etica e spirituale. Così il centro culturale proposto si inquadrerebbe tra i servizi di interesse pubblico proposti da privati. Al di là appunto della questione urbanistica, centrosinistra e centrodestra si sono scontrati ieri sulla finalità dell'operazione: da una parte FI e An hanno puntato il dito contro il 'mascheramento di un luogo di culto con centro culturale per aggirare le regole', mentre Gruppo democratico, Verdi, Italia dei valori, Comunisti italiani, Rifondazione comunista, Sinistra per Prato viva e lista Taiti per Prato hanno incentrato i loro interventi sulla libertà di culto in una città multietnica e multiconfessionale come Prato. In questo senso si è espresso anche l'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo, che ha illustrato la delibera. In sè l'intervento proposto dall'associazione prevede l'apertura di alcune finestre e la realizzazione di muri di tramezzo in un capannone che il Regolamento urbanistico destinerebbe a servizi scolastici di base, in un luogo secondo Ciuoffo ormai poco adatto a queste funzioni, anche perchè privo di giardini e spazi verdi: «L'associazione buddista cinese è un soggetto giuridico iscritto all'elenco delle associazioni culturali della Provincia ed è in attesa del riconoscimento come confessione religiosa, ma questo è un aspetto che non rileva ai fini dell'autorizzazione richiesta - ha spiegato l'assessore - L'associazione chiede infatti di poter avere un luogo di aggregazione e ritrovo e noi oggi discutiamo se riconoscere questa possibilità». Ciuoffo ha ribadito l'opportunità di affrontare il tema dei luoghi di culto all'interno della revisione del Piano strutturale, 'per non banalizzare un tema così importante in una delibera per la trasformazione di un ex capannone in un circolo ricreativo, come ce ne sono tanti': «Prato ospita oltre 100 etnie diverse - ha proseguito - è la città più multiculturale d'Italia e per questo dobbiamo affrontare con concretezza ed intelligenza un tema così complesso come la civile convivenza tra gruppi con religioni, usi e culture differenti. Dovremo dare le risposte adeguate, ma nelle sedi adeguate, non oggi nel contesto di una richiesta per un luogo di ritrovo, fatta attraverso i percorsi di legge». Forza Italia ha esordito contestando il fatto che un anno fa in Commissione consiliare venne deciso di approfondire ulteriormente la proposta: «Non si capisce l'urgenza di approvare un atto che di fatto apre un percorso molto serio - ha affermato il capogruppo Goffredo Borchi - Riteniamo l'assenza dell'assessore alla Multiculturalità Andrea Frattani oggi molto grave, perchè la questione discussa non attiene all'assessore Ciuoffo e perchè proprio Frattani in Commissione si scagliò con decisione contro il progetto, perchè disse che c'era altro da sapere a riguardo. Il problema è stato mal governato prima, se ci si ritrova ad approvare un luogo di culto mascherato da culturale». Massimo Taiti dell'omonima lista civica ha lanciato una provocazione: « Attrezziamo il fognone del Mercatale per farli riunire. Quando un associazione cinese vuole rispettare le regole le si vogliono mettere i bastoni tra le ruote. Le motivazioni di diniego addotte dall'assessore Frattani un anno fa sono totaliristiche e liberticide, perchè affermava che questi cinesi non possono espletare la propria filosofia perchè il loro culto non è riconosciuto dalla Costituzione: questo significa arrampicarsi sugli specchi e il Consiglio oggi non può far altro che dire di sì alla richiesta». Ha preso la parola anche il presidente della Commissione consiliare Territorio e Ambiente, Tommaso Rindi dei Verdi: «La questione posta da Frattani in Commissione faceva solo riferimento al fatto che l'associazione cinese non fose riconosciuta come ente di diritto ecclesiastico con cui lo Stato stringe delle intese. Ma questo non significa che un'associazione non possa riunirsi e avere luoghi di espressione. la Costituzione negli articoli 19 e 20 difende la libertà di culto, affermando che non possa essere vietata da atti amministrativi, a meno che non ci siano diritti o ragioni sovraordinati». L'intervento di Luciano Bartolotti del Gruppo democratico ha fatto esplicito riferimento alla libertà di culto, invitando il Consiglio a 'non nascondere la testa sotto la sabbia': «Dal punto di vista urbanistico non c'è niente da eccepire, ma non si può non considerare che la prima richiesta dell'associazione era per un tempio, perchè allora bisognava dire di sì anche la prima volta. Pertanto è giusto discutere apertamente di questo tema, come ha detto anche il vescovo di Prato. E' giusto dire ai cittadini che siamo in una realtà multietnica, con più confessioni religiose e che la comunità laica non le può negare». «Mettere la testa sotto la sabbia e i paraocchi significa oggi dare l'ok ad un centro culturale sapendo che è un'altra cosa - ha replicato Rita Pieri di Forza Italia - Si permette di mascherare le cose e di aggirare la legge». «E' inaccettabile che si porti in Consiglio un atto sapendo che con quest'atto si gira semplicemente la frittata - ha aggiunto Maurizio Bettazzi di An - La richiesta precedente è stata infatti corretta per aggirare le regole, ma con le stesse finalità. si tratta poi dello stesso buddismo cinese che non riconosce nessun vescovo nominato dal Vaticano? si tratta dello stesso che tuttora perseguita il Dalai Lama?». Il capogruppo democratico Luca Roti ha accusato il centrodestra di intolleranza: «Si tratta di un atto che riconosce ad un associazione cinese di potersi riunire, senza ledere alcun principio di democrazia, nel rispetto delle regole. La verità è che se non fossero stati cinesi non ci sarebbe stata questa strumentalizzazione ammantata di perbenismo e garantismo, il centrodestra dimostra di avere nel dna una strisciante intolleranza. Occorre confrontarsi con la società multietnica, con grande senso di libertà e laicità». «Bisogna parlare di un problema così importante nelle sedi opportune apertamente e laicamente - ha fatto eco il collega Matteo Biffoni, - non nel contesto di una delibera di urbanistica». «Si discute della struttura in senso urbanistico oppure sotto altro punto di vista, come si legge tra le righe di questo dibattito? - ha chiesto il capogruppo di Rifondazione comunista Leonardo Becheri - Dove dovrebbero essere realizzati questi centri culturali secondo qualcuno? In cima alle montagne?» Nella sua replica l'assessore Ciuoffo ha messo in guardia contro i rischi di una 'intolleranza sollecitata' e ha sottolineato che 'la libertà di culto è sacrosanta ed è segno di democrazia': «Dico questo da cattolico credente. La città non merita i rischi delle tensioni provocate da un'intolleranza che viene sollecitata vicino alle elezioni. Se i boy scout si ritrovassero per dire Messa sulla Calvana gli si manderebbero i vigili perchè non è stata risèpettata la destinazione d'uso di quel terreno?» La delibera è stata approvata con 24 voti favorevoli (Gd, Comunisti italiani, Verdi, Idv, Sinistra per Prato viva, Rifondazione comunista e Taiti), 5 contrari (An e FI) e un astenuto (Falcone del Gruppo democratico)

cb

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