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Comune di Prato

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11/11/2008 12:32
Consiglio Comunale Ieri la seduta straordinaria dedicata alla riforma Gelmini

Il Consiglio comunale si spacca in due sulla scuola

Lungo e acceso confronto con interventi di studenti ed insegnanti, a favore o contro la manovra. Promossa la mozione del centrosinistra
Il Consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria per discutere del sistema scolastico alla luce del decreto legge 137/2008, si spacca in due: da una parte i gruppi Pd, Verdi, Comunisti italiani, Italia dei valori, lista civica Taiti per Prato e Rifondazione comunista hanno presentato un unico ordine del giorno, approvato con 22 voti favorevoli e 5 contrari di FI e An; dall'altra FI verso il Pdl e An hanno risposto con un proprio ordine del giorno sul dimensionamento scolastico, respinto con 21 no del centrosinistra, più Rc e Taiti, 5 sì di FI e An e un'astensione, del presidente del Consiglio comunale Daniele Mannocci. Il dibattito si è aperto con l'intervento dell'assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Gregori, che ha criticato la riforma Gelmini nei suoi punti salienti, dal ritorno al maestro unico, alla riduzione del tempo pieno e soprattutto al taglio delle risorse: «L'obiettivo di questa manovra non è riformare la scuola, ma tagliare le spese riducendo drasticamente personale e risorse: si parla di sforbiciare qualcosa come 8 miliardi di euro in tre anni e 100.000 tra insegnanti e addetti - ha affermato Gregori - Si poteva intervenire su diversi aspetti del sistema scolastico, come il triennio dai 14 ai 16 anni, in cui permane l'obbligo scolastico e tanti ragazzi dopo le medie si iscrivono alle superiori senza una scelta precisa, con un conseguente forte abbandono: invece il Governo ha scelto di intervenire su un segmento che funzionava bene, come riconosciuto anche a livello internazionale». La parola è poi passata al mondo della scuola: Valentina Ripassi, studentessa dell'istituto statale Cicognini Rodari, ha sottolineato che 'la scuola prospettata dalla riforma Gelmini riduce l'offerta formativa e mette nelle mani dei dirigenti scolastici un'arma in più per impedire il dissenso da parte degli studenti: il 5 in condotta'. Lorenzo Chiani, portavoce della Rete degli studenti medi di Prato, ha accusato la riforma Gelmini di mettere in ginocchio il mondo della scuola già in forte difficoltà ed ha lanciato un appello: “Non ci lasciate senza futuro, senza finanziamenti all’istruzione non ci può essere cultura e senza cultura non ci può essere sviluppo e crescita nel Paese”. Giovanni Donzelli di Azione universitaria ha sottolineato che i drammi della scuola sono profondi e frutto delle politiche inadeguate di molte governi. “Darne la colpa ai provvedimenti dell’ultimo ministro in carica che, al momento, non hanno prodotto alcuna ricaduta concreta - ha detto - sarebbe un errore e non servirebbe a costruire una scuola migliore”. Giuseppe Italiano, ex dirigente scolastico e consulente dell’ex ministro Fioroni e, attualmente, dell’assessore alla Cultura del Comune di Prato, ha osservato che “non è un Paese normale quello che in cinquant’anni non è stato capace di attuare una seria riforma della scuola”. “Adesso – ha sostenuto - invece di aprire un dialogo per trovare soluzioni condivise a un rinnovamento del sistema dell’istruzione, si decidono solo tagli indiscriminati.” Maria Josè Manfrè, dirigente scolastico dell’istituto tecnico Dagomari, ha ripercorso nel suo intervento le tappe del rinnovamento della scuola elementare a partire dall’istituzione del tempo pieno nel 1971 all’introduzione dei moduli nel 1990, innovazione che, a suo avviso, 'non hanno portato a migliorare la preparazione scolastica degli allievi”. Di qui il suo invito “a qualificare sempre più gli insegnati, attraverso seri percorsi formativi, per costruire una scuola davvero di qualità”. Nell'ordine del giorno approvato si esprime la contrarietà sulle scelte del Governo e del ministro Maria Stella Gelmini, 'che indeboliscono la struttura stessa della scuola pubblica e la sua funzione di promozione sociale e culturale'. L'atto impegna il sindaco e la giunta a 'realizzare il diritto allo studio per tutti, rimuovendo gli ostacoli che impediscono ai più deboli di concretizzare le proprie potenzialità e realizzando il piano sviluppo della persona umana e la partecipazione all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese'. Chiede anche di valorizzare le buone pratiche messe in atto nelle scuole della città, soprattutto per integrazione dei disabili, di chi ha disturbi dell'apprendimento e per gli stranieri, 'con soluzioni ben più qualificate e proficue della sciagurata ipotesi separatista delle cosiddette classi ponte'. Termina con la richiesta di un confronto sull'Università 'per nuove regole del sistema, in linea con le procedure internazionali'. L'ordine del giorno del centrodestra partiva invece dalla condivisione della necessità di riorganizzare efficacemente le risorse per l'istruzione, 'in modo da elevarne la qualità a vantaggio del diritto allo studio di ogni cittadino e considerato che il risparmio sull'organizzazione scolastica viene reinvestito nella scuola', fa appello al presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento affinchè siano avviati i tavoli di confronto per consentire la dovuta concertazione con le autonomie locali ed attuare efficamente il dimensionamento scolastico.
1103/08

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